Come abbiamo fatto il Cura-Italia ora dobbiamo pensare al Cura-Europa.
Servono risposte coordinate, globali e coerenti che blocchino subito la diffusione del virus. Servono aiuti immediati ai Paesi più in difficoltà e servono certezze per i cittadini che devono sapere che nessuno verrà lasciato solo e nessuno perderà il proprio posto di lavoro.
Ci aspettiamo che le Istituzioni europee prendano in mano la situazione e, attorno a questi tre capisaldi, elaborino una strategia di uscita da questa emergenza riscrivendo le nostre regole, perché le attuali non sono più adatte.
L’Italia è stata la prima a reagire con forza e responsabilità alla diffusione del virus. I Paesi europei, anche se qualcuno con colpevole ritardo, stanno adottando il modello Italia. Chi ora sostiene che ‘siamo in guerra’ prima affermava che ‘nonostante il coronavirus la vita deve continuare’ con troppa tranquillità.
Come in guerra il nemico si sconfigge con una alleanza mondiale di tutti gli Stati e la cooperazione di tutte le organizzazioni internazionali.
L’egoismo non porta da nessuna parte.
