Corte Costituzionale: Mario Morelli è eletto nuovo presidente

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I giudici costituzionali, chiamati a eleggere il loro presidente, hanno scelto il collega che da più tempo siede alla Consulta: si tratta di Mario Morelli, 79 anni, che sino ad oggi ricopriva il ruolo di vice presidente. Nessuno strappo alla tradizione quindi. Il successore di Marta Cartabia però potrà resterà in carica solo tre mesi. A dicembre scadrà infatti il suo mandato di anni di giudice costituzionale: dura 9 anni e lui e’ stato eletto alla Consulta nel 2011 dai magistrati della Cassazione. Sua la sentenza sul drammatico caso di Eluana Englaro. La Corte costituzionale si è divisa sul nuovo presidente, che è stato eletto alla seconda votazione. Mario Morelli ha ottenuto 9 voti. Cinque quelli andati a Giancarlo Coraggio, uno a Giuliano Amato.

Romano , 79 anni, sposato, con due figlie, Morelli è stato per venti anni assistente alla Corte costituzionale ed è ritenuto uno dei padri fondatori delle regole sul contenzioso delle Regioni. Esperto giuslavorista e in diritto della famiglia, in Cassazione è stato presidente della Terza sezione civile e direttore dell’Ufficio del Massimario. Nel 2008 la storica sentenza che mise fine alla vicenda di Eluana Englaro dando il via libera, nel rispetto della volontà della ragazza in coma vegetativo, al distacco del sondino che la alimentava. Anche alla Consulta, di cui è vice presidente dal 2018, Morelli ha firmato importanti sentenze. Come quella che nel 2012 ha “salvato” la legge sull’aborto o quella di qualche anno dopo sul metodo Stamina.
È stato anche relatore della pronuncia sull’articolo 18 riformulato dal Job act e da ultimo della sentenza che ha segnalato l’insufficienza delle pensioni degli invalidi civili totali. Non è la prima volta di una presidenza breve alla Corte costituzionale. Anche Giuliano Vassalli e Giovanni Conso furono al vertice della Corte costituzionale solo tre mesi.E ancora meno tempo (48 giorni) rimase alla guida della Consulta, Vincenzo Caianiello. In passato non sono mancate polemiche per i benefici di cui godevano i presidenti uscenti anche dopo un brevissimo mandato. Ma oggi non hanno più ragion d’essere: non è più prevista l’auto di servizio con autista e l’indennità aggiuntiva riconosciuta agli ex presidenti scatta solo se si è stati per almeno 10 mesi alla guida della Consulta nello stesso anno solare.