COSTRUIAMO IL TERZO POLO

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Nella seconda metà di agosto scorso scrissi un articolo di commento della situazione politica italiana su Il Fatto Quotidiano, dove dicevo che passare da un Matteo all’altro, passando dal governo giallo-verde al governo giallo-rosa, non avrebbe cambiato le cose perché si lasciava troppo campo al gioco dei due Matteo (Salvini e Renzi) che lo avrebbero portato alla rovina, nella certezza che Renzi aveva in mente di andare ad elezioni nel momento in cui più gli converrà boicottando intanto le iniziative del M5S.
Per cambiare davvero il Paese, scrivevo, occorre guardare avanti in modo strategico, e non all’oggi del tatticismo politico, che può produrre solo poche cose buone ma far disperdere il consenso popolare, necessario per i grandi progetti politici.
Dicevo, dunque, che occorre “Costruire un Terzo Polo, alternativo a quelli tradizionali che abbia il M5S come cardine per un progetto di reale cambiamento del Paese, visto che il M5S rimane l’unico soggetto politico parlamentare davvero anti-sistema. Si può fare? Sì, se il M5S riconosce finalmente che non può governare da solo e invece di guardare a destra, dove ha trovato il Salvini che tutti conoscevamo e di cui non ci si poteva e doveva fidare, si apre invece ai movimenti di base, sociali e civili, a quella grossa fetta di società che dopo una lunga fase di disimpegno è di nuovo pronta a mettersi in gioco, a fare la propria parte per evitare che la destra peggiore faccia dell’Italia un Paese neoliberista, autoritario, xenofobo, intollerante.” Ed aggiungevo: “E’ venuto il momento che il M5S, tornando alla sua matrice originaria, si apra ad un’alleanza strategica, politica e non solo elettorale, al mondo che le è più vicino e simile, per non essere costretto a fare alleanze parlamentari con chi le è più lontano e diverso, come è accaduto con la Lega, come accadrebbe col PD.”
Ebbene, è accaduto ciò che avevo previsto: il M5S, invece di fare una scelta strategica e di lunga durata con il “mondo che le è più vicino e simile”, il mondo dei movimenti di base, civici, ambientalisti, costituzionalisti ed egualitari, ha scelto di fare un’alleanza parlamentare e contingente “con chi le è più lontano e diverso”, con la Lega prima, col PD poi.
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: un’esperienza governativa di luci ed ombre, ma certamente non all’altezza dei suoi dichiarati obiettivi strategici iniziali e delle aspettative di gran parte del suo elettorato che, infatti, piano piano, ha cominciato ad allontanarsene, alle Europee prima, mostrando il proprio dissenso dalla scelta di allearsi con Salvini, ed alle Regionali in Umbria dopo, mostrando il proprio dissenso dalla scelta di allearsi col PD.
L’esperienza governativa continua, posso anche capire, perché ci sono emergenze e l’incombere della schiacciante vittoria di una destra fra le peggiori in Europa.
Ma c’è una strategia? Per il futuro che si vuole fare? Perché un’alleanza “strategica” col PD, con questo PD, che continua a mantenere un “cordone ombelicale” con i peggiori gruppi economico-finanziari italiani ed internazionali, e con le politiche europeiste e atlantiche neoliberiste che hanno finora brutalizzato il nostro Paese e i nostri cittadini, sarebbe come una “mutazione genetica” del M5S che si trasformerebbe da “movimento anti-sistema” a “stampella del Sistema”!
Tuttavia, la sonora sberla subita alle elezioni in Umbria sembra avere svegliato i vertici e i quadri del Movimento (anche se non tutti…), e Di Maio ora finalmente frena rispetto all’abbraccio mortale col PD e parla di alleanze alle prossime elezioni regionali solo con liste civiche locali. una buona notizia. Speriamo non sia solo un espediente tattico, e che dietro vi sia una scelta strategica che va dichiarata.
Io credo sia venuto il momento per costruire un Terzo Polo, alternativo alla Destra di Salvini-Meloni-Berlusconi e al Polo Moderato europeista e atlantista, rappresentato oggi dal blocco che riunisce PD di Zingaretti, Italia Viva di Renzi e la c.d. “sinistra” di Bersani e c., loro alleati.
Un Polo civico, popolare, costituzionale, che riporti alle urne il popolo degli astensionisti e che potrebbe aspirare a prendere la maggioranza del Paese, presto se non subito.
Il M5S lo vuole fare? Allora, deve prendere posizioni forti e chiare. Non c’è più tempo da perdere. Perché si può vincere, come sta accadendo in America Latina, dove la sofferenza popolare è esplosa in rivolte popolari, ma anche in straordinari successi elettorali popolari contro il neoliberismo imperante, come in Argentina e in Bolivia.
Ma per farlo occorrono passi in avanti anche da parte degli altri soggetti che potrebbero contribuire alla costruzione di questo Terzo Polo.
Scrivevo sempre in quell’articolo: “L’appello è chiaramente rivolto allo stesso tempo a tutti i movimenti civici, nazionali e territoriali, alle associazioni ambientaliste, antimafia e anticorruzione, che si riconoscono nella Costituzione, affinché lavorino insieme alla costruzione di un’alleanza per il cambiamento attraverso l’attuazione della Costituzione. Un’alleanza di prospettiva, da cui potrebbe nascere una coalizione, un “Fronte Popolare e Costituzionale per Onestà e Giustizia”.
E’ un appello che oggi voglio rilanciare.
E voglio concludere come concludevo nell’articolo: “L’Italia è a un bivio pericoloso. E’ il momento di mettere da parte personalismi e divisioni e di lavorare uniti per impedire che il Paese scivoli in un abisso di cui non si vede il fondo.”

Antonio Ingroia