Covid, Zaia: “Manca confronto con il governo”

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“Il Veneto è regione ‘gialla’, dunque potrei starmene zitto, non ho rivendicazioni. Ma il problema esiste: nate come strumento di analisi per le Regioni, le fasce sono diventate nottetempo un sistema di classificazione dei territori. Erano un aiuto, si sono trasformate in un giudizio, con un punto debole: manca il contraddittorio tra le parti. Da lì nasce il conflitto”. Lo dice il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, parlando in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ della suddivisione dell’Italia in tre aree nel nuovo Dpcm varato dal governo Conte per contrastare la seconda ondata di Coronavirus.

A chi domanda se il Veneto abbia chiesto questo confronto, Zaia risponde:: “Certo, vogliamo che alcuni parametri siano migliorati. L’incidenza dei positivi sul numero dei tamponi, ad esempio, non tiene minimamente conto dei test rapidi. In Veneto ne facciamo 10 mila al giorno, come si fa a non inserirli nella base di calcolo? Come vede non parliamo di una formula matematica dall’esito infallibile, ci sono ampi margini di discrezionalità”.

Le Regioni possono truccare i dati? “Qui in Veneto è impossibile -risponde-. Ad occuparsi dei dati sono tecnici che non mediano con la politica. Nascondere i numeri in una pandemia, comunque, è come nascondere la polvere sotto il tappeto: puoi dire che tutto va bene, ma se poi gli ospedali scoppiano è dura far finta di nulla. È pur vero, però, che ci sono una montagna di parametri e pensare che a Roma ci sia un ufficio capace di verificare tutto al millimetro fa ridere””.

Zaia si sofferma poi sul caso del commissario alla Sanità della Calabria rimosso da Conte: “”La Calabria versa in questa difficile situazione da dieci anni e il commissario è stato nominato proprio dal governo. Ora lo cacciano ma chi lo aveva messo lì? Ci sarà pur un responsabile o no? Il tema è culturale: in Veneto un cittadino non ammetterebbe mai risposte come quelle viste in tivù, da noi pure i bambini ormai sanno quanti posti abbiamo in terapia intensiva. La pandemia dev’ essere l’occasione per stanare le sacche di mala gestio che sopravvivono da decenni. E mi lasci dire che questa vicenda è la risposta a chi dice che il Sud ha avuto meno del Nord: forse è un problema di efficienza e responsabilità, non di soldi”.

Nella maggioranza c’è chi propone di ricentralizzare la sanità: “Nulla di nuovo sotto il sole, a volte ritornano. Ma per militare a sinistra è ancora necessario difendere centralismo, piani quinquennali e kolchoz? Vivono fuori dalla Storia e dal tempo, il mondo va in una direzione, loro nell’altra”, è il commento di Zaia. “Sono le Regioni ad avere i pazienti sull’uscio di casa, non il governo, dunque dobbiamo essere ascoltate. Ciò detto, ripeto: l’autonomia è vera assunzione di responsabilità. Ce la diano, poi ciascun cittadino giudicherà”.