Da Lega e 5 Stelle nuove ondate di odio e fake

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La crisi di governo sta mostrando il suo volto anche sui social dove da qualche giorno oramai è evidente lo scontro tra grillini e leghisti, due forze che hanno costruito larga parte del loro consenso su Facebook, investendo molto in propaganda e nelle fake. Una macchina che spesso è stata lanciata anche contro il sindacato. Ne abbiamo parlato con David Puente, giornalista di Open, noto per essere uno dei maggiori esperti di debunking – l’attività di smascherare le fake news – nel nostro Paese

Rassegna Cosa sta accadendo sui social in questi giorni di attriti tra Lega e 5 Stelle?
Puente L’attivismo è ripartito. Se fino a qualche settimana fa anche sui social i simpatizzanti di Lega e 5 Stelle rispettavano il patto del governo con una sorta di reciproco sostegno, oggi siamo allo scontro diretto. Quindi ci sono rabbia e violenza verbale nei messaggi e soprattutto l’utilizzo su Facebook di materiali politicamente dannosi, che adesso stanno riemergendo. Come i vecchi meme o testi di Salvini che si scaglia contro i meridionali. La macchina delle fake usata dai simpatizzanti delle forze in campo si sta muovendo per fronteggiarsi. Il livello dello scontro è totale, litigheranno su tutto, non mancheranno i simpatizzanti delle altre forze politiche. Saremo ragionevolmente invasi da messaggi di propaganda e disinformazione, quindi sarà molto difficile informarsi correttamente sui social.

Rassegna Ma quale credibilità può avere un ministro o un partito che usa deliberatamente notizie false inventate ad arte per fare politica?
Puente Il sistema delle fake, è noto, si basa sull’effetto amplificazione dei messaggi, attraverso pagine e profili non ufficiali che poi possono venire facilmente smentiti, disconosciuti, se non addirittura fatti sparire. Nei giorni scorsi una pagina filoleghista, che aveva peraltro un buon numero di follower, ha pubblicato una foto di gruppo dei ministri grillini artefatta per dare forza al testo, “La Banda dei falsari, pro invasione, pro matrimoni gay, pro vax. Brutta copia del Pd”. Dopo averla fatta circolare un po’, prima hanno fatto sparire il meme, poi hanno anche cancellato la pagina. Prepariamoci ad assistere a questo genere di comunicazione nei prossimi mesi.

Rassegna Le forze come la Cgil, che solitamente sono prese di mira dalla comunicazione basata su fake e sull’incitamento all’odio, cosa dovrebbero fare per difendersi?
Puente Intanto c’è da dire che oggi nessuno dispone della stessa potenza di fuoco degli attivisti leghisti e grillini sui social. L’aspetto più rilevante è che queste forze sono state capaci di mobilitare il proprio elettorato. Cosa che gli altri non hanno saputo fare. C’è negli attivisti di Lega e 5 Stelle una propensione a intervenire sui social anche senza essere stati sollecitati: difendono il movimento e attaccano – non tutti, sia chiaro – quelli considerati gli avversari del momento, la Cgil, il Pd, l’opinion leader. Comportamento che non si riscontra tra i militanti di sinistra o del sindacato, se non in minima misura.

Rassegna Non pensi che ci sia una ragione etico-valoriale nel non intervenire così massivamente sui social, nel non star a replicare o smentire continuamente le fake e le insinuazioni?
Puente Può darsi, certo. Ma dal momento che le campagne di disinformazione sui social ci sono e producono effetti, forse varrebbe la pena iniziare ad attivarsi per difendersi. Non sto dicendo che tutti dovrebbero darsi alla disinformazione o agli hate speech. Sto dicendo però che le bufale vanno denunciate e bisogna far girare la verità, che le persone che stanno su Facebook dovrebbero smettere i panni di chi dice “tanto lo farà qualcun altro”.

Rassegna Quale potrebbe essere allora la soluzione al caos informativo generato dai social?
Puente Intanto, non si dovrebbe più fare affidamento solo su chi come me fa debunking, ma ci si dovrebbe attivare. E poi dovremmo provare tutti a uscire un po’ da Internet, dove ci si costruisce spesso un ruolo da “fighetti” e tornare a parlare con le persone. I 5 Stelle e la Lega lo hanno fatto. Bisogna scendere dai palchi che separano fisicamente le élite che hanno fallito dalle persone, e tornare in mezzo alla gente, ascoltarla, parlarci. Solo in questo modo si riuscirà nuovamente a mobilitare le persone dentro e fuori dai social.