Da luglio tasse tagliate per 225mila umbri

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“Ma questo deve essere solo l’inizio di un percorso”
A Perugia Cgil a confronto con la sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra

Il taglio del cuneo fiscale, che entrerà in vigore da luglio e comporterà una riduzione delle imposte per milioni di lavoratrici e lavoratori dipendenti (circa 225mila in Umbria), è “solo un primo passo nell’ambito di una riforma complessiva del fisco, ma è un segnale chiaro della direzione verso la quale questo governo vuole andare, cioè quella di una maggiore equità fiscale che premi i soggetti oggi più gravati e che non hanno responsabilità rispetto all’enorme evasione fiscale del nostro Paese, che intendiamo combattere sul serio”.
Ha parlato di un chiaro “messaggio politico” riferendosi al taglio del cuneo fiscale la sottosegretaria all’Economia e alle Finanze Maria Cecilia Guerra, intervenuta stamattina all’iniziativa promossa dalla Cgil di Perugia, “Finanziaria 2020: dal cuneo fiscale alla riforma dell’Irpef”, un appuntamento voluto dal sindacato per confrontarsi con il governo (la sottosegretaria Guerra, appunto), con le istituzioni locali (il presidente della Provincia di Perugia, Luciano Bacchetta) e con esperti economisti (il professor Paolo Liberati, dell’Università Roma Tre) sui provvedimenti messi in campo dall’esecutivo e su quelli programmati, considerando anche gli effetti a livello di territorio che questi potranno avere.
“Consideriamo il taglio dell’Irpef, che porterà fino a 100 euro al mese in più nelle buste paga di lavoratrici e lavoratori, un primo risultato importante, frutto soprattutto della mobilitazione unitaria dei sindacati – ha detto Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia – tuttavia, sappiamo che non ci si può fermare qui. Il Paese, tanto più alla luce degli effetti economici che l’emergenza Coronavirus inevitabilmente produrrà, ha bisogno di un forte shock positivo, il che significa che le parti sociali, il governo e le istituzioni locali devono sedersi intorno a un tavolo, indicare le priorità e poi agire. Stare fermi, come ha sottolineato il nostro segretario Maurizio Landini, vuol dire assumersi la responsabilità di mandare il nostro Paese dritto verso una recessione che invece si può evitare. Serve riavviare il Paese, con gli investimenti e un grande piano nazionale e territoriale di rilancio”, ha concluso Ciavaglia.