DAL 1° LUGLIO INVIO TELEMATICO DI SCONTRINI E RICEVUTE ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE

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DAL 1° LUGLIO INVIO TELEMATICO DI SCONTRINI E RICEVUTE ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE DA PARTE DELLE IMPRESE CON PIU’ DI 400MILA EURO DI FATTURATO (CIRCA 2800 IN PROVINCIA DI PADOVA).
CAPITANIO (FEDERMODA CONFCOMMERCIO ASCOM PADOVA): “L’OBBLIGO C’E’, I REGISTRATORI NO”
L’obbligo c’è, i registratori di cassa abilitati no.
Sta creando più di qualche problema l’obbligo, previsto a partire dal 1° luglio, che prevede che scontrini e ricevute fiscali siano sostituiti, per le aziende con giro d’affari superiore ai 400 mila euro, dalla trasmissione telematica giornaliera degli incassi. Per le imprese più piccole si partirà invece il 1° gennaio 2020.
“Il problema – segnala Riccardo Capitanio, presidente di Federmoda Ascom Padova – è che le aziende che forniscono i registratori, a poco più di 10 giorni dalla scadenza, sono in seria difficoltà a consegnare i nuovi e persino a modificare i vecchi. Il risultato è che molti degli obbligati non saranno in grado di essere in regola il 1° luglio”.
Nato con l’obiettivo della lotta all’evasione, il nuovo obbligo (a Padova e provincia interesserà circa il 10% degli esercizi, pari a circa 2800 attività), ha suscitato anche più di una critica, a cominciare dalla sua sostituzione con un “documento commerciale” che non avrà valore fiscale ma servirà soprattutto per certificare l’inizio della garanzia a favore dell’acquirente.
“Ma se la cosa – dubita il presidente della Confcommercio Padova, Patrizio Bertin – può avere la sua giustificazione nell’acquisto di un capo d’abbigliamento o di un elettrodomestico, direi che non ha molto senso lo scontrino “documento commerciale” quando si prende un caffè al bar, si mangia una pizza o ci si fa un taglio di capelli”.
Si dirà: in queste occasioni non serve ma, al momento, non è per nulla chiaro se debba essere rilasciato sempre oppure no.
Certo che a preoccupare gli operatori, almeno al momento, oltre alla difficoltà di consegna dei nuovi registratori ci sono anche i provvedimenti collegati a cominciare dal credito d’imposta (50%, c
on un tetto massimo di 250 euro) per finire alle eventuali esenzioni tecniche dal nuovo obbligo.
Come si conviene in Italia, intanto si parte e poi si vede come la cosa si sviluppa e, nel frattempo, si spera in un atteggiamento “comprensivo” (ma non scontato) da parte dell’Agenzia delle Entrate.
“In attesa – conclude Capitanio – dell’ingresso della lotteria degli scontrini che dal 1° gennaio 2020 consentirà a chi acquisterà beni e servizi di partecipare all’estrazione a sorte di premi, semplicemente comunicando il proprio codice fiscale. Un provvedimento ancora in itinere ma del quale già adesso ci sembra di poter individuare non poche criticità a cominciare, per l’appunto, dall’avvio in tempi troppo ristretti”.