Dal Piemonte le proposte per ridurre l’impatto delle tasse su plastica e zucchero

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Riaprire il dialogo con il Governo con un documento comune da presentare in Conferenza Stato-Regioni per tentare di ridurre quanto più possibile gli effetti della “plastic tax” e della “sugar tax”, che rischiano di mettere a repentaglio migliaia di posti di lavoro in Italia e in Piemonte.

L’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, ha lanciato questa proposta nel corso della riunione con i rappresentanti delle imprese del settore delle bevande, le associazioni di categoria e le parti sociali tenutasi il 14 gennaio nella sede dell’Assessorato, in via Magenta a Torino. Presenti tutte le più importanti realtà piemontesi, ma non solo: c’erano Gruppo San Benedetto, Acqua Sant’Anna, Pian della Mussa, Lauretana, Fonti Alta Valle Po, Pontevecchio e Coca-Cola Italia, insieme a Confindustria Piemonte e Confindustria Cuneo, Unione Industriale di Torino, Cuneo e Biella, Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

“Vorrei che dal Piemonte – ha sostenuto Chiorino – partisse un messaggio forte e chiaro: il mondo dell’industria non può essere considerato in contrapposizione alla sostenibilità ambientale. Al contrario, le imprese che operano nel campo alimentare e delle bevande hanno tutto l’interesse a investire nella sostenibilità ambientale in quanto il nostro territorio, nazionale e regionale, è noto per la grande qualità dei prodotti. L’Italia ha acqua di grande qualità, e invece di valorizzarla il Governo la penalizza. La motivazione etica non regge: i dati dicono che l’Europa contribuisce all’inquinamento dei mari per lo 0,28%. E’ evidente che una tassazione di questo tipo, che va a demonizzare tutto il comparto plastica, non trova motivazione nella realtà. Si va a penalizzare chi investe, mettendo a rischio aziende e posti di lavoro. La Regione farà la sua parte fino in fondo, con tutti gli strumenti a disposizione: dobbiamo scongiurare nuove crisi aziendali e sostenere le imprese”.

I sindacati hanno sottolineato la necessità di tutelare l’occupazione, senza dimenticarsi del problema ambientale e individuando strumenti alternativi per ridurre l’inquinamento, come una maggiore educazione alla raccolta differenziata che oggi non è ancora entrata nella cultura dei consumatori.
La situazione

Il Piemonte, con oltre 2,8 miliardi di litri di acqua minerale imbottigliati nel 2018 e ben 27 concessioni attive, rappresenta un terzo dell’intero mercato italiano. Un settore che vale oltre 500 milioni di euro e un giro d’affari altrettanto importante per l’indotto, occupando oltre 1400 lavoratori.

Tutte le aziende presenti hanno dichiarato di aver bloccato investimenti e assunzioni e in alcuni casi i lavoratori a tempo determinato non sono stati confermati. Soltanto il gruppo San Benedetto, che fattura circa 700 milioni di euro, ha dichiarato che subirà un aumento di spesa di 105 milioni di euro.

Mineracqua ha calcolato che queste misure porteranno a una flessione del mercato del 7-8 per cento, che arriverà al 20 per cento per chi produce e imbottiglia bevande dolci. Il tutto in un mercato che è già in flessione da anni. Un contenitore di plastica è 4-5 volte più sostenibile del vetro e 5 volte più di una lattina. A differenza della plastica il vetro si produce infatti in altoforno, e impatta decisamente di più per il trasporto, visto il suo peso. E’ in corso uno studio legale per valutare l’eventuale incostituzionalità dell’imposta.

Secondo Assobibe queste tasse colpiranno dal 15 e il 20% del bilancio delle aziende, con un impatto di centinaia di milioni di euro. E’ necessario quindi un ripensamento per facilitare la crescita e l’occupazione, in quanto le due misure rendono ancora più difficile per le aziende investire e per i lavoratori trovare lavoro o mantenerlo.