DALLA PLASTIC TAX AI RIFIUTI: L’EMERGENZA RIAPRE IL DIBATTITO SUI TEMI AMBIENTALI

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Sono diversi i temi ambientali ‘sospesi’ a causa della pandemia, tra proroghe e ordinanze di emergenza. E c’è addirittura chi, come la Lega, rispolvera il condono o chi come FdI chiede di accantonare il Green Deal. Ma la ripartenza non deve essere a spese dell’ambiente. E anziché tornare indietro è importante andare avanti sul fronte avanzato della sostenibilità
Rimangiarsi la plastic-tax nell’emergenza coronavirus sarebbe un errore madornale. È comprensibile la riflessione nel governo sulle misure che possono aiutare il Paese a ripartire, ma sospendere o cancellare la plastic-tax sarebbe un clamoroso ritorno al passato. Sbaglia chi nella maggioranza ha la tentazione di cedere. Tanto più che una tassa sulla plastica monouso fatta bene, modulata e che escluda i prodotti compostabili, in plastica riciclata e presidi sanitari, è giusta perché orienta la produzione e i consumi verso stili di vita più sostenibili. E già esiste in altri Paesi.
Anziché invocare eccezioni, dovremmo ormai aver imparato che tutelare l’ambiente è la nostra migliore difesa. Invece uno degli effetti collaterali della crisi legata al coronavirus è l’emergere di una voglia diffusa di deroghe sul fronte ambientale. In sostanza si usa l’emergenza per allargare le maglie. Lo vediamo, ad esempio, nel settore dei rifiuti. Accanto all’esigenza reale di soluzioni specifiche per lo smaltimento di rifiuti potenzialmente infetti provenienti da cittadini positivi al virus e in isolamento domestico, la circolare ad hoc emanata dal ministero dell’Ambiente va oltre. Se, limitatamente alla fase di emergenza, può essere necessario aumentare la capacità di stoccaggio e trasferenza dei rifiuti, non si sentiva invece il bisogno di intervenire sui termovalorizzatori.

Rossella Muroni