Dante Salmé – Il centone di Polifilo – Torino, Aragno, 2017. 170 p. (170)

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Per “centone“ si definisce un componimento letterario composto, privo di idee originali, preso da autori vari, mentre Polifilo (letteralmente amico, amante di molte cose) è il nome del personaggio principale di un romanzo cavalleresco, dell’“amor cortese”, anonimo, del XV secolo, il cui protagonista cerca la sua donna, Polia.
L’autore di questo centone è un architetto/musicista, di acuta intelligenza che osiamo definire di matrice “goliardica”, dalle idee e dalla cultura classiche che con questa sua opera prima, diventa anche scrittore.
Il libro è una rara amenità letteraria, sia perché non è, come un centone, “privo di idee originali e preso da autori diversi” – anzi, ci sono deliziose leccornie di esperienze e ricordi descritte con gustosi sapori dallo spirito arguto che in qualche caso è “corrosivo”, descrizioni in cui l’autore è maestro – sia perché i “flash” su persone, personaggi, ambienti e cose sono stati trattati con rispetto ed eleganza, oltre che per virtù, etica, passione o arte, … .
La disposizione del testo è “a fronte”: latino nelle pagine pari e italiano in quelle dispari, come lo sono quelle del citato romanzo del XV secolo.
Interessante e da non perdere la lettura della “praenotanda” introduttiva dove viene spiegato sinteticamente e bene come e dove sono stati cercati “i messaggini/post”, piccole e sintetiche perle di avvenimenti, uomini e cose, affidati “alle onde del mare” e pescate in campi molto diversi tra loro: nella storia, nell’arte, nella musica e nell’architettura (preponderanti, ovviamente), per essere quindi offerte… alla natura umana del lettore!
Una lettura che si dipana serena, scorrevole e in qualche caso profonda, per cui l’attento scorrere delle pagine rinvia di tanto in tanto a documentarsi per meglio capire ed assaporare quello spaziare letterario, colto e ricercato.
Nello specifico, tra l’altro, troviamo omaggi elogianti a Tommaso Buzzi, architetto, Riccardo Gualino, mecenate e collezionista d’arte, Carlo Mollino (Oberon), creatore del Regio e delle Molinette,… oppure pensieri storici di gratitudine per la regina di Palmira Zenobia, il genio rinascimentale Leon Battista Alberti, il pittore Hans Holbein il giovane, il matematico Gaspard Monge, il musicista Ludwig van Beethoven,… Senza tralasciare le curiosità: l’imitazione dei battiti del cuore in un divino adagio della 4° sinfonia del Grande Tedesco, la fede popolare e Lourdes (credere per capire o capire per credere),… Altro che spiritose facezie, a volte l’intelligente arguzia corrode e colpisce… “qual stoccata a fil di spada”, come contro le 50 “archistar” mondiali (ed ai relativi concorsi che li convocano per gli appalti internazionali) di cui dice: “…nelle loro opere non hanno storia, cultura e discussione, ma piuttosto nozione e tecnicismo.”.
Non sottovaluate, quindi, questo che a prima vista potrebbe sembrare un libercolo, arguto e spiritoso sì, ma scritto per gioco, per diletto. Ad non superficiale lettura più attenta, che sposti la nostra attenzione dall’amenità verso un maggiore approfondimento e conoscenza dei contenuti (in fondo le pagine da leggere sono solo un’ottantina) si scopre che quell’apparente sorvolare di motti arguti, di convenevoli o di ricordi personali, non è solo legato alle parole, alle frasi scritte, ma ogni cosa espressa è pregna di sentimenti, sensazioni profonde, grandi idee e passioni esposte per l’occasione ma che sono parte intima della personalità dell’autore che ha trovato in questo mezzo di comunicazione un “momento liberatorio” condito di godereccio humor. Per lui e per noi lettori.
Va da sé che leggerlo vale più, è meglio, che scorrere queste nostre noterelle di presentazione!

Franco Cortese Notizieinunclick