De Micheli: “Un piano da tre miliardi per ferrovie e strade”

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«Nella manovra c’è già tutta la prima pagina del programma di governo. E non era affatto scontato. Io lo so bene, perché – racconta la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli – ricordo quando con Stefano Patuanelli partecipavo alla stesura di quel documento e già sembrava un’impresa cancellare l’aumento dell’Iva.

In più, nella manovra ci sono il taglio delle tasse sul lavoro, il rifinanziamento di Industria 4-0, il piano casa e le misure di contrasto all’evasione. Era talmente poco scontato che c’è chi si è dato a gambe levate per non prendersi la responsabilità di questa manovra».
Matteo Salvini?

«Diciamo un maschio padano», sorride la ministra.
Nel Consiglio dei ministri avete litigato su contante e carcere agli evasori. E ora sarà battaglia anche in Parlamento, le premesse non sono le migliori

«Discusso, non litigato. Un confronto approfondito sulle singole questioni. Ho visto finora 12 manovre, questa è la prima da ministra e mai ne ho vista una tranquilla. E giusto quindi che anche in Parlamento si discuta».
Dunque la manovra potrà cambiare?

«Nei saldi non credo, ma potranno esserci migliorie».
Lei ha proposto un piano pluriennale di investimenti pubblici. Di cosa si tratta?

«Prevede un piano annuale di 3 miliardi che aggiorna i contratti di programma con Rete ferroviaria italiana e Anas e finanzia la manutenzione di ponti e gallerie. Viene istituito un Fondo unico per i Comuni sotto i 5 mila abitanti per le opere che migliorano la qualità della vita. Infine, ci sono nuove risorse per le tramvie e le metro».
L’integrazione di Anas con Fs è confermata o si tornerà a due società separate?

«All’epoca dell’integrazione ero contraria. Ma ora che è fatta va valutata sulla base dei risultati senza pregiudizi».
A che punto è la nomina dei 7o commissari per le grandi opere bloccate?

«Non li nomineremo tutti. Prima faremo una verifica sulle singole opere. La nomina è una facoltà del governo, la eserciteremo dove serve, entro l’anno. A partire da quello per il nodo di Genova».
Come funzioneranno il «bonus facciate» e il piano «rinascita urbana»?

«Il primo è una detrazione del 90% sul rifacimento delle facciate degli edifici rivolta ai privati. Il secondo è destinato ai bandi nei comuni sopra 6o mila abitanti per programmi di edilizia pubblica. Lo Stato finanzia fino a 20 milioni per bando, il resto lo metteranno Regioni e privati. È una risposta alla carenza di 60o mila unità immobiliari e lo finanziamo con un miliardo di euro».
È favorevole o contraria al Ponte sullo Stretto?

«Contraria. Penso che se il ponte fosse stata una vera esigenza, in 20 anni di discussioni e governi di tutti i colori si sarebbe fatto».
È favorevole o contraria al salvataggio pubblico di Alitalia?

«Favorevole. Non è un salvataggio ma un rilancio. Per noi Alitalia è ancora strategica. Credo che la volontà di costituire il consorzio confermata martedì sera da Fs e Atlantia sia un buon segnale».
Ma Atlantia aderirà se prima non otterrà dal governo la garanzia di non perdere le concessioni autostradali?

«Le due cose sono state, sono e saranno separate. Le dichiarazioni dopo il consiglio di amministrazione di Atlantia mi sembrano da questo punto di vista positive». Quando deciderete se revocare le concessioni? «Terminata l’istruttoria, tra qualche settimana».