DECRETO CRESCITA. FLC CGIL: NO AD UNA SCUOLA SUBALTERNA ALLE AZIENDE

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“Il credito d’imposta concesso alle imprese che decidono di donare risorse agli istituti professionali e assumere giovani diplomati negli stessi, previsto nel decreto crescita, aumenta le discriminazioni a scapito degli studenti che vivono nelle aree più povere del Paese. Si tratta, quindi, di un provvedimento inaccettabile che mette a rischio i principi dell’indipendenza e della libertà d’insegnamento, nonché dell’uguaglianza tra gli studenti. Principi costituzionali che dovrebbero caratterizzare la scuola più di qualsiasi altra istituzione”. Lo dichiara la Flc, il sindacato dei lavoratori della conoscenza della Cgil.

“La realizzazione, la riqualificazione e l’ammodernamento dei laboratori scolastici non possono e non debbono dipendere dalle donazioni delle aziende, ma devono dipendere integralmente dall’impegno di risorse pubbliche. È lo Stato che deve garantire le stesse condizioni a tutte le scuole, da Nord a Sud, a prescindere dal contesto economico in cui l’istituzione scolastica si trova. Così facendo, invece, ci troveremo ad avere scuole di serie a e di serie b”. “Inoltre, c’è il pericolo concreto che le istituzioni scolastiche beneficiarie smarriscano l’obiettivo primario dell’istruzione pubblica, ovvero quello di fornire valori di cittadinanza oltre che competenze e abilità generali, puntando sull’apprendimento delle competenze professionali funzionali alle aziende donatrici”.