DEPENALIZZARE SUBITO LA COLTIVAZIONE DI CANNABIS. CHI DEVE CURARSI NON PUÒ ANDARE A PROCESSO

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È inaccettabile che un cittadino italiano, costretto a sottoporsi a una terapia a base di cannabis, venga mandato a processo per essersi coltivato autonomamente il prodotto destinato ad alleviare il dolore prodotto dalla malattia. Eppure è esattamente ciò che sta accadendo a Walter De Benedetto. Questa è l’immagine plastica del fallimento di uno Stato che ha messo fuori legge una pianta col risultato di rendere pressoché impossibile alle persone come Walter di curare la propria patologia, nel suo caso l’artrite reumatoide. Chiedo ai ministri Cartabia e Speranza di intervenire immediatamente, depenalizzando la coltivazione di cannabis a scopo terapeutico.
Questo è il solo modo che abbiamo per garantire il diritto di Walter e di migliaia di altre persone come lui di curarsi. Anche perché il fabbisogno di cannabis terapeutica per l’Italia è di circa 1 tonnellata l’anno, mentre lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, unico preposto alla coltivazione di questo prodotto, è in grado di produrre soltanto 150 chili. Un motivo in più per accelerare e porre fine a una situazione oggettivamente degradante.

Francesco Berti