Depressione scambiata per Alzheimer: l’assurdo caso di un 69enne

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Errata diagnosi: un calvario lungo 14 anni, ora il ricorso alla Corte Ue per i diritti dell’uomo.

Ennesimo caso di malasanità denunciato da Adnkronos. Una diagnosi di Alzheimer e un lungo calvario tra ospedali, medici e terapie farmacologiche. Per arrivare dopo anni alla scoperta che, in realtà, la malattia che lo aveva colpito era una forma di depressione. È accaduto a P.C. di 69 anni originario di Mazara del Vallo, ma residente a Marsala che nel 2005, a seguito di un malore, viene prima ricoverato e poi sottoposto ad accurati accertamenti sanitari da parte dell’Asl.

Inizia il lungo iter medico per l’uomo che “soltanto a seguito di una corretta valutazione sanitaria dei medici dell’ospedale Maggiore Mangiagalli di Milano – ricostruisce l’avvocato – viene a scoprire di non essere assolutamente affetto da Alzheimer ma da una forma depressiva curabile con somministrazione di psicofarmaci”, precisa l’avvocato. L’uomo, nel 2012, decide di ricorrere al tribunale civile di Palermo per chiedere il risarcimento dei danni.

“Dopo 5 anni di processo civile (nel quale viene espletata una consulenza tecnica d’ufficio che sancisce il grave errore medico dei sanitari della Asl di Trapani) il giudice di primo grado condanna la Asl di Trapani ed il ministero dell’Economia e delle Finanze ad un risarcimento di soli 10mila euro, a fronte dei 50mila richiesti – osserva Valentina Gori – il pensionato non ci sta e decide di proporre ricorso alla Corte di Appello di Palermo.
Pochi giorni fa la comunicazione del verdetto di secondo grado: appello rigettato”.