“Derogare ai divieti per impiantare colture tolleranti alla Xylella”

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Casili (M5S) scrive all’Osservatorio Fitosanitario: “Derogare ai divieti per impiantare colture tolleranti alla Xylella”

“La provincia di Lecce non può essere musealizzata e privata della possibilità di diversificare le colture: la monocoltura, infatti, espone il territorio ad alti rischi imprenditoriali e a una banalizzazione del paesaggio. Quanti anni dovremo ancora aspettare per ricostruire un paesaggio devastato dal disseccamento degli ulivi? A più riprese ho invocato un progetto territoriale di paesaggio che garantisca non solo la ricostruzione delle potenzialità produttive, ma anche la riproducibilità dei caratteri strutturali del territorio, la funzionalità e la razionalità del paesaggio rurale. Non è più accettabile in un’area infetta, il divieto assoluto di impianto di alcune specie ritenute ospiti della Xylella”, lo dichiara il consigliere regionale del M5S Cristian Casili che invierà una nota all’Osservatorio Fitosanitario Regionale per chiedere che si possa andare in deroga ai divieti sbloccando la possibilità di impianto per tutte quelle specie la cui tolleranza al batterio è vicina a quelle di Leccino e FS17, alla luce degli studi effettuati su alcune colture agrarie e forestali.

“Vi sono pubblicazioni di EFSA risalenti al 2018 – spiega il consigliere – a seguito di studi effettuati dall’Ipsp-Cnr che hanno evidenziato una presenza molto bassa di batterio su mandorli e ciliegi. Del resto le osservazioni di campo nelle zone fortemente colpite dal disseccamento hanno confermato che molte specie, come mandorli, querce, filliree e diversi arbusti e suffrutici della macchia mediterranea, sono privi di sintomi legati al batterio, ragion per cui è estremamente utile capire se, come per il mandorlo, sussistano anche per altre specie le caratteristiche di resistenza che di fatto ne renderebbero possibile l’utilizzo in zona infetta. Abbiamo perso purtroppo mesi preziosi, privando le nostre imprese agricole della possibilità di diversificare le produzioni, cosa che peraltro nel barese avviene già con il mandorlo, per esempio. La misura 4.1c del PSR avrebbe potuto rispondere a questa esigenza, visto che tra le sue finalità c’è quella di favorire la riconversione varietale e la diversificazione colturale delle produzioni agricole regionali. Avendo studi scientifici già pronti sul mandorlo si sarebbe potuto offrire un’ulteriore possibilità ai nostri olivicoltori che oggi hanno paura ad investire grosse superfici a leccino o FS17, infatti i dati fino ad oggi sono impietosi e sono pochi i reimpianti effettuati con queste varietà. A ciò si aggiunge che queste specie possono essere coltivate in asciutto senza il ricorso alle irrigazioni in un territorio dove l’acqua scarseggia. Ma questo non è l’unico aspetto, perché allargando la possibilità di intervento, vengono coinvolti anche i piccoli produttori che detengono l’80% della superficie agricola utilizzata nella nostra provincia, senza i quali non sarà possibile ricostruire il paesaggio di questo territorio”.