Di Battista: “Iran vittima di fake news, no a sanzioni”

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“Le sanzioni non servono a nulla. Per lo meno non a rovesciare governi ostili, più o meno democratici. Indeboliscono invece i più poveri e rafforzano divisioni ed estremismi. In un mondo sempre più globalizzato, sono dichiarazioni di guerra latenti, oltre che tentativi di colpi di Stato moderni dagli esiti grotteschi””. Lo scrive Alessandro Di Battista nel suo reportage dall’Iran pubblicato sul ‘Fatto quotidiano”.

“La Rivoluzione islamica ha appena compiuto 41 anni e da 41 anni l’Iran è sotto sanzioni”, scrive Di Battista spiegando: “L’Iran ha avuto il torto di non adeguarsi al sistema liberista e, per un Paese che detiene la quarta riserva mondiale di petrolio e, probabilmente, la prima di gas, ciò non è concesso”.”Se è vero che l’Iran rifornisce di armi gli huthi in Yemen, non è altrettanto vero che l’Occidente vende armi all’Arabia Saudita che in Yemen ha fatto strage di civili? Il fatto è che i sauditi sono alleati, l’Iran no. I sauditi non sostengono la causa palestinese. L’Iran sì”, scrive l’ex deputato del M5S che poi sottolinea: “Tuttavia il tentativo di isolare e indebolire l’Iran ha un altro obiettivo strategico per gli Usa: sanzionare la nuora affinché la suocera intenda. La suocera è la Cina”. Per Di Battista, “di fronte a questo scenario, l’Europa si comporta da mediocre spettatrice, tra l’altro pagante, quando dovrebbe e potrebbe rappresentare un blocco geopolitico imbattibile, se solo esistesse davvero e non solo nelle teorie strampalate di chi grida ‘più Europa’ difendendo soltanto un club di finanzieri. Sono costoro i veri sicari del sogno europeo, altro che Nigel Farage”.

“Anche l’Iran, a parte tutte le critiche fondate, è vittima di fake news. Viene descritto come un Paese sull’orlo della guerra civile, con la fila di persone ai supermercati o alle pompe di benzina. Non è vero nulla”, si legge ancora nel pezzo di Di Battista. “L’Iran va raccontato per intero, non solo quello che fa comodo al l’informazione mainstream. Invece si preferisce far credere che ci vivano milioni di terroristi o che sia un far west e non una terra da cui zampillano anche cultura e accoglienza. Senza una narrazione così pavida e parziale, nessuno tollererebbe più le sanzioni. Quelle sanzioni che rendono i popoli più vulnerabili e rafforzano il governo islamico, l’ipocrisia occidentale e i polpacci dei kulebar, gente dura che vorrebbe solo vivere in pace”, conclude Di Battista.