Di Maio-Benetton, scontro sulla revoca della concessione ad Autostrade

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“Oggi leggo una lettera surreale di Luciano Benetton in cui prende le distanze da Autostrade. Ma vi pare possibile? E’ ridicolo. Il MoVimento 5 Stelle non si fermerà. Il governo non si fermerà. Sulla revoca della concessione tireremo dritti”. Così Luigi Di Maio in un post su Facebook e su Instagram commenta la lettera che Luciano Benetton ha inviato oggi ai quotidiani, difendendo la famiglia contro la “campagna d’odio” che si è scatenata anche da parte di esponenti del Governo. Benetton: basta odio contro mia famiglia La lettera di Luciano Benetton che ha suscitato la dura reazione del ministro degli Esteri è stata pubblicata da alcuni quotidiani nazionali. “Trovo necessario fare chiarezza su un grande equivoco: nessun componente della famiglia Benetton ha mai gestito Autostrade. La famiglia Benetton è azionista al 30% di Atlantia che a sua volta controlla Autostrade”. E’ quanto aveva precisato Luciano Benetton nella lettera, in cui chiede “serietà”, non “indulgenza”, mentre invita a smettere l’odio nei suoi confronti e della sua famiglia. “Non cerco giustificazioni – aggiunge il patron della famiglia veneta -, ma questi attacchi sono assurdi”, “chi ha sbagliato deve pagare ma è inaccettabile la campagna scatenata contro la nostra famiglia”. Siamo parte lesa “Le notizie di questi giorni su omessi controlli, su sensori guasti non rinnovati o falsi report – spiega nella lettera Benetton -, ci colpiscono e sorprendono in modo grave, allo stesso modo in cui colpiscono e sorprendono l’opinione pubblica. Ci sentiamo feriti come cittadini, come imprenditori e come azionisti. Come famiglia Benetton ci riteniamo parte lesa. Di sicuro ci assumiamo la responsabilità di aver contribuito ad avallare la definizione di un management – prosegue – che si è dimostrato non idoneo, un management che ha avuto pieni poteri e la totale fiducia degli azionisti e di mio fratello Gilberto che, per come era abituato a lavorare, di sicuro ha posto la sicurezza e la reputazione dell’azienda davanti a qualunque altro obiettivo. Sognava che saremmo stati i migliori nelle infrastrutture”