DI MAIO: “M5S CRESCA, DA SOLI NON SI VINCE”. PROPONE L’ALLEANZA STRATEGICA COL PD?

0
59
Luigi Di Maio

Questo il pensiero di Di Maio sulle mancate alleanze nelle Regioni:

“Bisognava muoversi prima, ma se non c’è un coordinamento nazionale è difficile. Non abbiamo mai fatto una proposta complessiva. Andavano proposti candidati 5Stelle sostenuti dagli altri, e candidati degli altri sostenuti da noi”

Quindi la proposta per le prossime elezioni, le comunali del 2021:

“Se vogliamo fare un salto non dobbiamo più scandalizzarci se avremo dieci liste a sostegno di un nostro candidato. Io voglio favorire la nascita di una generazione di amministratori del M5S che sappiano governare anche in coalizione, e allora serve un tavolo nazionale con il Pd per ragionare sulle Comunali del 2021. Per le Comunali del prossimo anno serve un ragionamento complessivo sulle città, partendo da Roma, Milano, Torino, Napoli e Bologna

Di Maio, insomma, sembra proporre un’alleanza strategica col Pd. Non lo dice espressamente, ma la sostanza sembra quella.

A precisa domanda del giornalista, Di Maio risponde così: “Il modello di governo nazionale va replicato dove è possibile a livello locale”.

Dunque, non sempre e comunque: dove è possibile. Ma la precisazione non esclude l’alleanza strategica. I partiti, da sempre, fanno alleanze elettorali dove è possibile.

A maggiore conferma, alla domanda del giornalista “E se il centrodestra vi offrisse accordi?”, lui risponde: “Non sarebbe possibile”.

Altro punto. Chi decide se, nei territori, l’alleanza Pd-M5S è possibile? In caso lo fosse, chi decide se il candidato sindaco deve essere Pd o M5S?

Il giornalista chiede “Lei evoca un tavolo nazionale. Ma l’autonomia dei territori non era un vostro pilastro?” e Di Maio risponde: “Le ricadute dei risultati elettorali ricadono sulle leadership nazionali sia di governo che delle forze politiche. E la prossima leadership del M5S, che io auspico sia collegiale, dovrà innanzitutto fare i conti con le prossime amministrative”.

E’ o no la proposta di un’alleanza strategica col Pd? Pare di sì. Peraltro, tutto deciso da Roma: coalizione e candidato sindaco.

Che ne penso?

Beh, non sono d’accordo con lui, ma gli iscritti al M5S hanno votato su Rousseau dicendo sì alle alleanze elettorali alle amministrative con i partiti tradizionali e la volontà collettiva espressa dal voto degli iscritti per me, che ho votato no, è vangelo. Quella di Di Maio è una fuga in avanti? Sì, ma logica conseguenza di quel voto.

Quindi? Bisogna andare nella direzione tracciata da Di Maio? No. Il voto su Rousseau spinge da quella parte, è vero, ma il diavolo è nei dettagli e i dettagli nessuno li ha decisi, ancora. Si è deciso di consentire le alleanze elettorali, non di come e quando farlo. Quanto espresso nell’intervista è il suo pensiero, libero lui di esprimerlo, libero io di non essere d’accordo.

Fatta la doverosa premessa, nell’assoluto rispetto dell’opinione di tutti, dico la mia.

Tre punti, a mio avviso dirimenti.

Il primo, di metodo: sono temi complessi che meritano una discussione approfondita. Più che un voto tranchant su Rousseau, avrei ritenuto più opportuno decidere su queste scelte nell’ambito degli Stati Generali. Ma ormai si è votato, io per il no, altri (la maggioranza) per il sì. Fermiamoci qua, non andiamo oltre quel che c’era scritto nel quesito, rimandiamo ogni ulteriore decisione agli Stati Generali. Dobbiamo discutere, ci dobbiamo confrontare, non si può ridurre tutto a un “si” o un ”no” a questo o quello.

Il secondo, di merito: le alleanze elettorali non sono un tabù e, peraltro, ormai su Rousseau questo è stato deciso. Ma bisogna seguire la lettera di quel quesito, senza forzature. Quindi, la decisione di allearsi o no col Pd o altri partiti tradizionali deve partire dagli attivisti che, sul territorio, conoscono la situazione locale meglio di chiunque altro. Sicuramente meglio di chi, da Roma, dovesse pensare di imporre scelte e candidati “condivisi” col Pd, magari con le logiche spartitorie a cui questi signori sono usi ricorrere.

Il terzo, di principio: nel MoVimento 5 Stelle le scelte non dovranno mai essere calate dall’alto. Perché “l’alto” non c’è e mai ci dovrà essere: noi non deleghiamo, partecipiamo. E’ l’identità del M5S. Se non fosse così, saremmo altro.

Voi che pensate amici? Ha ragione Di Maio? A voi la parola!                                                                     Stefano Chirico