DISTRUGGENDO LA SANITA’ TERRITORIALE E IMPEDENDO I CONSULTI MEDICI INTERPERSONALI DIRETTI, IL GOVERNO CONTE HA ESPOSTO TUTTI GLI ITALIANI ALLA MINACCIA DEL VIRUS CINESE

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IL SEGRETARIO DEL PARTITO UNIONE CATTOLICA IVANO TONOLI E IL RESPONSABILE DEL SETTORE SALUTE, NICOLA GRIFA: INUTILE LAMENTARE GLI ATTUALI RITARDI NEGLI APPROVVIGIONAMENTI VACCINALI, E LANCIARE IMPROBABILI MINACCE POPULISTE ALLE MULTINAZIONALI, QUANDO NULLA SI E’ FATTO, DA NOVEMBRE 2019 A OGGI, SUL VERSANTE DELLA PREVENZIONE E DELLA PRESA IN CARICO SUBITANEA DELLA PERSONA FIN DA SUOI PRIMISSIMI E LIEVI SINTOMI

CHI STA SPECULANDO SULLE FORNITURE AI MALATI DEVE ESSERE CONDANNATO ALLA PENA DELL’ERGASTOLO

VANNO VALORIZZATI CONTRIBUTI AUTOREVOLI COME QUELLO DEL PROFESSOR GIUSEPPE REMUZZI DI BERGAMO

LA SINISTRA, COME DIMOSTRA LA VICENDA SCABROSA DI ZINGARETTI ALLA REGIONE LAZIO, NON HA TITOLO PER ESERCITARE LA POLITICA SANITARIA NAZIONALE E LOCALE PERCHE’ SU DI ESSA GRAVANO RESPONSABILITA’ GRAVISSIME E NON SOLTANTO MORALI E POLITICHE SU QUANTO E’ AVVENUTO E STA AVVENENDO

Il Partito Politico Unione Cattolica, a commento di quanto sta accadendo in Italia – tra inchieste giudiziarie ed ennesimi scandali nelle tardive o mancate forniture di medicinali antivirali – in questi giorni, conferma quanto ha sempre sostenuto, con obiettività di argomentazioni e di prove fattuali, fin dall’inizio della pandemia di origine cinese: a causa soprattutto della reticenza delle autorità comuniste di Pechino, e delle organizzazioni sanitarie internazionali che avrebbero dovuto su di esse vigilare, poco o quasi nulla si sa in merito al nuovo coronavirus e alla sua esatta e precisa sequenza genomica, ma moltissimo oramai si sa sugli effetti devastanti generati alla persona che ne viene contagiata anche leggermente, nel caso in cui non scattino tempestivi accorgimenti e soccorsi.

Vogliamo dare spazio a contributi autorevoli e competenti di chi, a remunerative ribalte televisive urlate, preferisce l’impegno a tempo pieno nella ricerca medica applicata, e uno di questi è senza dubbio il Professor Giuseppe Remuzzi dell’Istituto “Mario Negri” di Bergamo, il quale ha stabilito come di vitale importanza sia l’intervento da mettere in atto fin dalla prima ora di insorgenza di sintomi anche in apparenza poco significanti ma decisivi; sintomi ai quali vanno opposte indicazioni farmacologiche e curative chiare e in sequenza logica, in grado di adattarsi al decorso dell’infezione impedendo alla stessa di sfociare nella “tempesta” che provoca l’impazzimento del sistema immunitario trasformandolo da scudo difensivo a strumento offensivo dell’intero organismo umano, dalla circolazione alla respirazione.

Conte e il suo governo affidato ai vari senza Speranza, Sileri e Arcuri, infischiandosene massimamente dei consigli provenienti dai medici di base, hanno disposto l’esatto contrario delle proposte e degli auspici di chi opera a diretto contatto con i malati, e hanno decretato un assurdo distanziamento sociale divenuto nei fatti isolamento e impossibilità per gli operatori medici e sanitari di territorio di interagire personalmente in sicurezza con le persone colpite dal covid o più esposte allo stesso.

In pratica, siccome è stato incapace di procurare i necessari dispositivi di protezione individuale, nelle quantità e qualità imposte dall’emergenza, il governo populista ha decretato la chiusura del sistema economico, la fine del lavoro autonomo e dipendente, e il confino a carico di anziani e malati, consentendo così al virus cinese di continuare a circolare senza trovare opposizioni adeguate.

Ci chiediamo come mai non sia stato consentito ai medici di medicina generale di continuare a svolgere con delle protezioni idonee la propria obbligatoria missione di assistenza domiciliare dei pazienti e dei mutuati, e come mai Conte non abbia richiamato in servizio i medici e gli infermieri magari andati in pensione con la populistica quota 100 ma che adesso necessitano di essere reintegrati nel servizio per trarre in salvo vite umane e scongiurare ulteriori catene di lutti.

Al netto del fallimento e della figuraccia mondiale della app Immuni, che viola la privacy delle persone senza stanare dove si annidano le malattie, dopo 12 mesi di pandemia in Italia non esiste alcun serio sistema di tracciamento, che sia fondato sulla sola modalità scientificamente riconosciuta vincente, ossia l’insediamento in ogni città di un centro per l’effettuazione di tamponi di tipo molecolare la cui attendibilità è stata accertata al 100 per cento. Una tale organizzazione del servizio di rilevazione delle infezioni consentirebbe in un paio di giorni di mappare centinaia di migliaia di situazioni individuali, prevenendo sul nascere la formazione di focolai e assicurando cure certe e puntuali ai casi di positività al tampone.

Il governo populista aveva la straordinaria occasione di rompere ogni legame con la via della Seta, divenuta via della speculazione e della morte, e di riportare nel nostro Paese intere produzioni industriali, riconvertendo quelle messe a rischio dalla globalizzazione cinese e salvando assieme ai malati anche gli occupati. Invece nulla di tutto ciò: per scelta politica di Conte e di Arcuri, le nostre eccellenti fabbriche sono state caricate di oneri e di ostacoli burocratici e procedimentali di ogni genere e non sono state messe nelle condizioni di convenienza e concorrenzialità per produrre le mascherine ffp2 e gli altri dispositivi DPI, che continuano viceversa a giungere a prezzi ribassati dalla Cina, che può contare sui costi lavorativi e produttivi bassissimi imposti dalla dittatura stalinista e maoista su cui Grillo e Di Maio tacciono, con rischi aggiuntivi alla salute di chi li indossa.

Ormai il 92 per cento dei dispositivi biomedicali utilizzati in Italia è di assodata provenienza dall’Estremo Oriente, mentre 1 mascherina ogni 2, fra quelle oggetto delle forniture fatte giungere in Italia dalla task force di Arcuri, è interessata da indagini giudiziarie per le ipotesi di truffa e di interessi lucrativi milionari, così come per le siringhe, mentre desta scandalo la vicenda dei 25 milioni giornalieri di mascherine prodotte da FCA, ora Stellantis, che dovrebbe fabbricare automobili e invece si occupa di Dpi protettivi per non più del 60 per cento contro i virus, odoranti di solventi e con il logo della Presidenza del Consiglio dei Ministri sulle confezioni.

Deve essere introdotta la pena dell’ergastolo per chi sta costruendo ricchezze speculative sulla salute degli Italiani.

Occorre ritornare alla sanità di base, a cui deve andare un terzo delle risorse complessive, e alle casse mutualistiche che superino una volta per tutte il sistema ospedalo-centrico istituzionalizzato nel corso degli anni Settanta prima con la dispendiosa incontrollata attuazione delle Regioni ordinarie e poi con il varo del servizio sanitario nazionale: un decesso ogni due, per virus, avviene nei nosocomi e nelle case di riposo per anziani, e non è un caso, proprio perché deliberatamente e in maniera suicida si è scelto di relegare la medicina e l’assistenza territoriale a un ruolo vario, eventuale e residuale, senza alcuna catena di comando né organizzazione piramidale e trasparente delle decisioni.

Da quanto sta accadendo si comprende il motivo per cui ai primati tristissimi per mafia, criminalità, corruzione, collusione e incapacità dei politici, si aggiunge il primo posto per l’Italia anche per quanto riguarda il tasso di mortalità per covid. E poco cambia se, in base a quanto asserisce qualcuno che farebbe meglio a tacere, ci scopriamo terzi anziché primi. Un solo morto in più per coronavirus è una tragedia di cui qualcuno dovrà rispondere, e Unione Cattolica farà sì che questo avvenga nelle sedi civilistiche e penali.