Dl sicurezza: Errani, dove pensiamo di andare facendo i piccoli Orban?

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“L’arrivo dei rifugiati, come dice anche Salvini, si è drasticamente ridotto, ed è una riduzione iniziata col governo precedente. Ci sono alcuni dati paradossali che ci dimostrano invece la propaganda del governo.” Lo ha dichiarato Vasco Errani di Articolo Uno, intervenendo nell’Aula del Senato nel dibattito sulla fiducia sul decreto Sicurezza bis. Errani ha, inoltre, evidenziato che: “ad esempio nei giorni della drammatica vicenda della Sea Watch, che imbarcava 40 immigrati, sono sbarcati con i “barchini” 419 immigrati, ma di questo nessuno parla. Dico di più: se si guardano i dati reali la percentuale dei rifugiati che arrivano con le Ong sono tra il 6 e il 7% del totale. Ci sono poi le vicende della Diciotti e della Gregoretti: siamo arrivati al ridicolo di trattenere le persone sulle navi militari quando si sa che chi sale su una nave militare è in territorio nazionale”. “Certo – ha aggiunto il senatore di Articolo Uno -, l’Ue non fa la sua parte, la Francia sbaglia, ma il nostro governo, il nostro Paese, dopo vicende quali la Diciotti e la Gregoretti, quale credibilità può avere per porre il problema dei problemi e cioè una nuova politica dell’immigrazione europea? Se facciamo i piccoli Orban dove pensiamo di andare?”

“Il decreto si propone due finalità: far decidere tutto al ministro degli interni in barba all’articolo 95 della costituzione (magari per coprire le scelte illegittime di questi mesi) e colpire le Ong e tutti coloro che salvano persone in mare in barba a tutti i trattati internazionali e alle leggi del mare”, ha proseguito Vasco Errani. “Non è solo propaganda – ha proseguito Errani -, la questione è ben più grave perché si inseriscono nella legislazione del nostro paese, in modo cinico, norme incostituzionali investendo sulla paura per sostenere un racconto pericoloso che produrrà problemi sempre più gravi. Il governo affronta il problema dell’immigrazione in maniera opposta alla realtà. Che non sia solo propaganda lo dimostra il fatto che il governo non ha una politica sull’immigrazione. Ad esempio: dove sono finiti i 500.000 clandestini che erano scritti nel contratto di governo? Che cosa si è fatto per loro? Si è fatto meno del governo precedente, lo dicono i dati del Viminale: da gennaio a giugno 15,6 rimpatri al giorno contro i 17,8 di Minniti”. “Esiste la legge Bossi Fini – ha sottolineato ancora Errani -, che dovrebbe programmare gli arrivi ma il governo non ha programmato nessun arrivo, nessun flusso e se la prende con le Ong. Il governo dica cosa vuole fare, se lo sa fare. E se non riesce allora dica che ha raccontato delle balle. Se c’è davvero la volontà di governare l’immigrazione la prima cosa da fare è cambiare la legge Bossi‑Fini, che è la prima a produrre e costruire la clandestinità anche perché le persone lavorano e fanno, ad esempio, lavori di cura, e questo è un fatto gravissimo. Non è una gara di buoni o cattivi, non è un film di Sergio Leone: è un problema serio, di governo. Il governo è disponibile a parlarne? È disponibile a non cavalcare la tigre?” “La qualità della vita dei nostri cittadini non si tutela coltivando l’insicurezza e è questa la più grave responsabilità del governo”, ha concluso Errani.