Dolores Garcìa – Il segreto di Monna Lisa – Milano, Sonzogno, 2006, 466 p. (179)

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Tutti conoscono il quadro in questione, molti sanno quanto tempo “il genio” impiegò per accettarne la commessa e poi per completarlo, pochi sanno le ragioni di tutto questo, compreso il “mistero” per cui lo stesso non andò mai alla famiglia che lo aveva voluto e pazientemente atteso, (Leonardo non se ne separò mai fino alla morte) e perché, infine, lo donò a …

La bravura, l’intelligenza, l’arguzia e le buone capacità descrittive e inventive di Dolores Garcìa sono state quelle di creare – rispettando il più possibile i personaggi, i fatti e gli avvenimenti storici – con una “realistica fantasia” un attento “poetico narrare”, che si regge benissimo da solo e che potrebbe anche collocarsi, senza far brutta figura, nella storia vera. L’autrice, con indubbia perspicacia, ha molto bene descritto tutti i personaggi incontrati, storici e non, nel loro quotidiano agire e nelle approfondite emotività, soprattutto con una “eccellente” materializzazione – che può così essere bene e meglio conosciuta dal lettore – di monna Elisa Gherardini, sposa felice, fedele e dotta di Francesco del Giocondo, ricco commerciante di sete in Firenze nei primi anni del Cinquecento.

A voler essere più precisi, Lisa viene descritta – e ci appare senza ombre né dubbi – come una donna filosofa che attrae la mente e lo spirito del maestro del Rinascimento – il corpo, pare, proprio no! per le sue diverse tendenze –, col quale ha una vicinanza ed una comunione totale ed esclusiva, profondamente emozionante e coinvolgente, che in qualche caso condiziona il matematico, lo scienziato, l’ingegnere, il pittore, l’architetto e lo scultore che sono stati in (Lionardo, suo primo nome) Leonardo da Vinci.

La profondità dei loro dialoghi si pongono oltre la pur bella trama e le spiegazioni fornite sui tanti storici avvenimenti descritti e sulle meravigliose opere d’arte create dal maestro, fino a coinvolgere e spingere il colto lettore ad approfondire l’origine di quelle idee filosofiche non sempre chiare, ma così attraenti e diverse dalle solite “verità”.

Come nella scoperta di Ermete Trismegisto (e questo lo conoscevamo… maestro di sapienza dei primi secoli d.C., autore, tra l’altro, di “Le 7 leggi universali”, “La legge dello spirito” … ecc) e del suo libro più famoso “Corpus Hermeticum” – filosofia dell’ermetismo – dal quale è stato tratto il “Kybalion, la verità ti renderà libero”, del 1908, a quell’originario libro ispirato, da parte di tre ignoti autori – I Tre iniziati -, nell’insieme culturalmente molto intrigante e coinvolgente.

Pur se in questa occasione l’autrice pare essersi confusa (cita il Kybalion come libro dell’epoca a Leonardo vicina), i pensieri che vengono sviluppati dalla “sorprendente” e inattesa monna Lisa nei dialoghi col “genio” sono di assoluto rispetto filosofale e culturale, di alta profondità e valore cognitivo che fortemente coinvolgono una parte, crediamo non piccola, dei lettori e che la, anche, “saggia” Garcìa mette in bocca alla Gherardini ma crediamo siano prime state fatte sue.

Come nel concetto: “… la Creazione è un prodotto mentale, tutto è fatto della stessa sostanza, che però si presenta sotto diversi aspetti: organico, vegetale, minerale, ecc. per cui, se tutto è una medesima cosa, gli opposti sono solo apparentemente tali: sono punti estremi di una medesima sostanza….”.

Insomma, un libro che consigliamo di leggere non solo ai curiosi ma anche ai colti, a chi vuol crescere, a colui che non ama le letture “comuni” e “normali”.

Franco Cortese Notizie in un click