Marginali nell’elaborazione e quindi anche nella programmazione e nelle soluzioni individuate
Una débacle che sarebbe un po’ troppo semplicistico attribuire alla crisi pandemica la quale, semmai, ha avuto la funzione di far precipitare ed esacerbare criticità già in essere: la cronica difficoltà a conciliare vita familiare e cura soprattutto dopo la maternità, come dimostrano le dimissioni volontarie delle lavoratrici in crescita o il cortocircuito dad/smart working, il lavoro irregolare e sommerso, la precarietà, le mancate progressioni di carriera, il differenziale salariale.
Un Piano straordinario con risorse imponenti avrebbe dovuto puntare a risultati ambiziosi e significativi per l’occupazione femminile come prendere a obiettivo il tasso medio europeo che si attesta oltre il 60% a fronte del 49% italiano (che nel Mezzogiorno e nelle isole precipita tra il 32 e il 33%) e provare a incidere anche dal punto di vista culturale per spazzare via quelle dinamiche che alimentano l’emarginazione e la segregazione delle donne dai e nei luoghi di lavoro.
Susanna Camusso e Esmeralda Rizzi
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