Draghi: “All’Italia si chiede una riduzione credibile del debito”

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“La commissione europea ha concluso che l’Italia deve ridurre il rapporto debito/Pil e l’Italia produrrà un programma di riduzione di medio termine. Non credo che verrà chiesto un rapido calo, sarà un piano di medio termine che però deve essere credibile” ha detto – in risposta a una domanda sul braccio di ferro fra Roma e Bruxelles con l’avvio di una procedura d’infrazione per il debito – il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, spiegando che è questo “quello che tutti si aspettano”. Il consiglio direttivo della Bce “è determinato, guardando in avanti, ad agire nel caso di situazioni avverse ed è pronto a mettere mano a tutti i suoi strumenti nella misura necessaria”: ha detto il presidente della Bce Mario Draghi, evidenziando che le vulnerabilità nei mercati emergenti, i fattori geopolitici e la minaccia del protezionismo “hanno lasciato il segno” sulla fiducia. “Non c’è alcuna probabilità di una deflazione, e ci sono molto basse probabilità di recessione” per l’Eurozona. “I minibot o sono valuta, e quindi sono illegali, oppure sono debito, e dunque lo stock del debito sale” ha detto Draghi, a proposito dell’ipotesi di emettere minibond per rimborsare i debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, approvata all’unanimità in una mozione alla Camera in Italia. Nel protezionismo “i mercati sembrano vedere molto più che un danno all’economia. Potrebbero vederci un fenomeno molto più ampio che mette in dubbio l’intero ordine multilaterale raggiunto dopo la seconda guerra mondiale” ha detto il presidente della Banca centrale europea spiegando che le incertezze sui dazi sono aumentate: “in marzo potevamo sperare in un accordo commerciale ora è diverso. Questi rischi hanno acquisito più prominenza e proiezione” sul futuro. “Diversi membri hanno sollevato la possibilità di ulteriori tagli dei tassi, altri di una ripresa del programma di acquisto titoli (il Qe, ndr), o di un’ulteriore estensione della forward guidance” che attualmente prevede tassi fermi fino al primo semestre 2020. Dopo una ”valutazione complessiva” il Consiglio Direttivo della Bce si attende che i tassi di riferimento ”si mantengano su livelli pari a quelli attuali almeno fino alla prima metà del 2020 e in ogni caso finché sarà necessario almeno fino alla prima metà del 2020″. “Se c’erano dubbi sullo spazio di manovra (della politica monetaria, ndr) la riunione di oggi li fuga. Se dovessero realizzarsi eventualità avverse, la Bce è pronta ad agire e tutti gli strumenti sono nella sua cassetta degli attrezzi”. Nella lotta al riciclaggio, “quello che si è fatto finora è stato dare un ‘soft power’ all’Autorità bancaria europea. Penso che dovremmo andare ben oltre, e idealmente creare un’autorità europea contro il riciclaggio con i poteri e la giurisdizione che la mettano in grado di superare gli ostacoli” attuali. La Banca centrale europea ha alzato la sua stima per la crescita dell’Eurozona nel 2019 a 1,2% (da 1,1%di marzo), tagliando invece il 2020 a 1,4% da 1,6%. Per il 2021 la Bce si aspetta una crescita dell’1,4%, contro il +1,5% atteso lo scorso marzo. I rischi – ha spiegato Draghi – “rimangono “al ribasso”.