Draghi: l’ascesa di un nuovo leader nella Ue raccontata dai giornali

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Il primo è stato il Financial times, l’ultima la Frankfurter Allgemeine Zeitung, in mezzo le Figaro

Ed El Pais. Mario Draghi incassa le lodi della stampa europea dopo il varo del Piano di ripresa e resilienza, con il quale l’Italia si candida a ricevere 221 miliardi di euro da Bruxelles, ma il sostegno che riceve per i suoi primi due mesi e mezzo a palazzo Chigi va oltre i confini italiani e si colloca nel cuore di un’Europa in cerca di leadership.

Il Financial times ha dato il via alla vigilia del varo del Pnrr, lodando il prestigio personale che il premier ha messo al servizio del Paese. Ma per il quotidiano della City c’è di più: “a meno di tre mesi dall’inizio del governo di unità nazionale del primo ministro Mario Draghi, non solo la voce di Roma viene ascoltata forte e chiara a Parigi e Berlino, ma sta sempre più fissando l’agenda mentre l’Ue tenta di uscire dalla pandemia Covid-19″Senza mezzi termini Le Figaro ha scritto: Draghi “è destinato a diventare il leader d’Europa”. Per il quotidiano francese “Mario Draghi fa dell’Italia un attore indispensabile in Europa, “sta usando la sua aura di ‘salvatore dell’euro’ per esercitare la sua influenza a Bruxelles”.

Anche l’occhiuta stampa tedesca non risparmia lodi al premier italiano. Tra i “quattro grandi del’Ue” – Italia, Germania, Francia e Spagna – è Mario Draghi “la figura dominante” in questo momento, scrive la Frankfurter Allgemeine Zeitung, il principale quotidiano tedesco, che contestualizza questo ‘posizionamento’ del premier italiano nell’attuale situazione: Angela Merkel è infatti giunta “all’autunno del suo cancellierato”, mentre il presidente francese Emmanuel Macron è condizionato “dalla concorrenza interna di Marine Le Pen” e il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez sarebbe “notoriamente labile”. Un’analisi, quella della Faz, cui fa da sponda il rinnovato feeling tra Roma e la Washington di Joe Biden. Un ritorno al multilateralismo degli Usa e la ricerca di una nuova alleanza con la Ue, più pragmatica che in passato, più lungimirante sui temi dell’economia