È venuta l’ora di fare dell’Africa un partner privilegiato del nostro Paese

0
74

“Se vuoi correre veloce, corri da solo; ma se vuoi andare lontano, corri assieme a qualcuno”, dice un vecchio proverbio africano.

Nella crisi che il nostro pianeta sta attraversando, sanitaria, economica e ambientale, queste parole assumono tutto il loro senso. La solidarietà fra Nord e Sud è indispensabile, ora più che mai.

Il Partito Democratico ha, da sempre, dato importanza alla cooperazione internazionale allo sviluppo, come strumento centrale della politica estera del nostro paese. La legge 125 sulla Cooperazione del 2014 è une legge importante, perché ha aumentato i fondi ma soprattutto perché ha permesso di creare una rete ampia di attori nazionali e territoriali, pubblici e privati, profit e non profit, compresi il volontariato, il servizio civile, il commercio equo e solidale, le imprese cooperative e sociali, le associazioni di italiani di origine straniera che hanno rapporti di cooperazione con i paesi di provenienza, le regioni, gli enti locali, le università.

Ma le trasformazioni che sono in corso subiranno un’accelerazione nei prossimi anni, e cambieranno il volto del nostro pianeta. Se non vogliamo subire, dobbiamo agire oggi e con lungimiranza, solo cosi riusciremo a trasformare queste sfide in opportunità.

La Cooperazione allo sviluppo del nostro paese deve ovviamente guardare a tutti i paesi del sud del mondo, ma una particolare attenzione va all’Africa, continente a noi più vicino.

L’Africa è il continente che più sta subendo gli effetti del riscaldamento climatico, penso alla Zambia che ha subito il fenomeno di siccità più violento dal 1981, ai cicloni in Mozambico, al lago Ciad che si sta prosciugando. Milioni di persone che vivono sulla loro pelle gli effetti del riscaldamento climatico. Penso alla sfida demografica, la Nigeria passerà da 190 milioni di abitanti nel 2018 a 410 milioni nel 2050, superando la popolazione degli Stati Uniti d’America. Penso alla sfida sanitaria, l’Africa ha già subito un’epidemia di Ebola, paludismo e tubercolosi sono malattie che ancora non sono state sconfitte e oggi grava l’ansia dell’arrivo del COVID19.

Di fronte a queste sfide non possiamo mettere i paraocchi.

Tre piste di lavoro, sulle quali il Partito Democratico dovrà impegnarsi e mettere tutto il suo capitale politico per portare a casa il risultato:

Cambiare lo sguardo che portiamo sul continente africano. Mettere un taglio al paternalismo, al miserabilismo, al catastrofismo, “all’afro-pessimismo” e soprattutto smettere di avere paura. L’Africa non è soltanto espressione di immigrazione e miseria, è un continente che cresce del 3,8% (un paese come il Senegal ha un tasso di crescita dell’8%). Il continente africano è anche teatro di grande modernità. È tempo di costruire un partenariato privilegiato, che porti sviluppo sostenibile ai paesi africani e occasioni di crescita per le aziende italiane, anche grazie all’esistenza della zona africana di libero scambio continentale, la più grande area di libero scambio del mondo per numero di Paesi. È quindi venuto il tempo di lavorare ad un’Africa Act.

L’Unione europea ha aperto la via. Non è un caso se Ursula Von der Layer da neo eletta alla presidenza della Commissione europea abbia scelto come primo viaggio ufficiale l’Etiopia. L’Italia, deve essere leader fra i paesi europei in questo processo e nella costruzione di un partenariato con il continente africano.

I paesi africani devono rimborsare 365 miliardi di dollari di debito. Un terzo di quello che l’Africa esporta serve a pagare gli interessi sul debito. Debito che è passato dal 30% del PIB nel 2012 al 95% del PIB nel 2020. L’Unione europea ha reagito ottenendo una moratoria sul debito dei paesi africani. Questo ha dato ossigeno alle economie africane, ma non basta; dobbiamo lavorare, su fronte nazionale, europeo e internazionale, per ottenere la cancellazione del debito dei paesi africani. Soltanto cosi l’Africa potrà essere un nostro compagno di corsa e potremo crescere insieme e andare lontano.

Il ruolo delle diaspore è sottovalutato oggi in Italia. Un pezzo dello sviluppo dell’Africa parte anche dall’Italia. Pensate che le rimesse delle diaspore superano il volume degli aiuti pubblici allo sviluppo italiani. Le diaspore sono un motore di sviluppo, sono un ponte culturale e in quanto tali devono essere prese maggiormente in considerazione. Il Partito Democratico ha la responsabilità di dare più voce alle diaspore presenti nel nostro paese.