Ebbene si, purtroppo ancora un lavoratore deceduto nell’ambiente portuale livornese

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Si tratta di un marittimo di 51 anni nato a Torre del Greco (Napoli) che lavorava alle dipendenze di Onorato sul Moby Kiss.
Proprio in questi giorni avevamo programmato un dibattito sulla sicurezza sui posti di lavoro , purtroppo le cose da fare sono ancora molte per quanto riguarda il tema. Quello che sappiamo è che la crisi, i tagli, il risparmio sui costi e la sicurezza, non sono più scuse valide e accettabili, perchè si lavora per vivere e non per morire. Speriamo che nel dibattito di lunedì prossimo insieme ai segretari di Cgil e Usb, si possa arrivare a un impegno forte e concreto sul tema, che non costringa più a piangere lavoratori che andavano a guadagnarsi la giornata.

Per quanto riguarda questo incidente in particolare, molto ci sarà da accertare e vogliamochiarire subito alcuni aspetti.
Dai primi accertamenti, il lavoratore risulterebbe deceduto in seguito al cedimento strutturale di un portellone agganciato ai piani dei ponti superiori per il parcheggio delle auto. Il traghetto era fermo da mesi presso la calata Carrara accosto 55 per lavori di manutenzione straordinaria. Il personale di bordo era addetto solo alla manutenzione ordinaria e il marittimo deceduto stava svolgendo piccole manutenzioni nella zona garage quando il portellone è franato giù provocando lo schiacciamento del lavoratore che sembra deceduto sul colpo. Sono in atto accertamenti da parte del medico legale sull’effettiva causa di morte.

Potere al Popolo per l’ennesima volta riafferma la necessità di maggiori tutele sul lavoro non solo per il personale portuale ma anche per il personale marittimo che si trova a operare, spesso senza una formazione specifica alla sicurezza, alle dirette dipendenze del Comandante della nave.

La storia della nave evidenzia tuttavia un altro grosso problema che è la tutela della vita in mare per i lavoratori ma anche per i passeggeri che si trovano a viaggiare su veri e propri rottami naviganti come è il caso della nave Moby Kiss dell’ Armatore Onorato che si limita a ritinteggiare e fare un lifting esterno a navi più volte cancellate dai registri navali come nel caso di questa.

Varata il 26 luglio 1974 presso Helsingør, in Danimarca . Rimase in servizio per i successivi 21 anni venendo posta in disarmo nel 1996 Nel novembre 1996 fu acquistata dalla compagnia marocchina Comarit, che le diede il nome di Banasa. Nel maggio 2003 la nave ebbe un guasto ai motori e la nave tornò ai collegamenti tra Marocco e Spagna a maggio 2004 fino al 2012, quando la nave fu fermata nel porto di Algeciras, rimanendovi in stato di abbandono. Messa all’asta dall’autorità portuale nel maggio 2015, la Banasa fu venduta per la demolizione nei cantieri di Aliağa, in Turchia, dove fu spiaggiata ad agosto. Tuttavia, prima che avessero inizio i lavori di demolizione la nave fu acquistata dalla compagnia di navigazione greca European Seaways, che aveva il programma di sottoporla a lavori per rimetterla in servizio. A ottobre la nave fu rimorchiata a Perama, in Grecia, dove rimase in disarmo fino a dicembre. In seguito fu acquistata da Moby Lines, venendo rimorchiata presso i cantieri Palumbo di Malta per essere sottoposta a una profonda ristrutturazione in vista di un impiego col nome di Moby Kiss a partire dall’estate 2016.

Il 30 giugno 2016 giunse nel porto di Livorno, rientrando in seguito in servizio sul collegamento tra il porto toscano e Bastia dopo quattro anni di disarmo. Il 24 marzo 2017 la Moby Kiss entrò in servizio tra Piombino e Portoferraio. Tre mesi più tardi la nave ebbe dei problemi meccanici e fu temporaneamente tolta dal servizio, venendo inviata a Genova per effettuare le necessarie riparazioni. Conclusi i lavori, la Moby Kiss tornò a essere impiegata sui collegamenti da e per l’Isola d’Elba. Nella stagione estiva 2018 la Moby Kiss fu spostata sulle rotte Nizza – Bastia e Livorno – Bastia. Dopo i lavori di straordinaria manutenzione erano attualmente in corso piccole manutenzioni e rifiniture ordinarie in vista del prossimo impiego da maggio sulla tratta Livorno Bastia e ritorno.

A questo punto ci domandiamo se e chi ha effettuato i necessari controlli non distruttivi su tutte le parti della nave che potrebbero dopo 45 anni avere punti di ammaloramento. Non è più possibile accettare che navi più volte disarmate siano tollerate nei nostri mari con pericolo per lavoratori e passeggeri.

Occorre ribadire con forza che i lavoratori portuali e marittimi non debbano lavorare in condizioni di pericolo. Le navi e i traghetti in particolare devono avere controlli periodici e i comandanti delle navi nonché gli armatori sono i primi responsabili della accettabilità degli ambienti di lavoro.

Ci auguriamo che la magistratura faccia il suo lavoro e individui la vera catena delle responsabilità perché i lavoratori non siano sempre gli unici a pagare con la vita come in questo caso!

Potere al Popolo Livorno