Ecco il Nazareno di ritorno. Lo propone il Corriere della Sera a Pd e Forza Italia

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zingaretti
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Se manca Verdini, c’è Polito. La trama del Nazareno – magari più largo – ricomincia sotto traccia e stavolta a conferirle autorevolezza è il Corriere della Sera di nuovo conio.

Nei salotti romani non si fa più mistero della stanchezza di una parte crescente del paese a cui il patron del primo quotidiano italiano vuole dare rappresentanza contro il governo “dell’inconcludenza”. E si tenta di ricominciare a far girare la ruota nella direzione opposta ai gialloverdi. Con quante possibilità di successo è ovviamente tutto da verificare.
Attorno a Cairo…

Nel quartiere generale di Urbano Cairo (nella nostra foto tra Berlusconi e Zingaretti) si pensa eccome alla politica come missione futura del Capo, anche se lui dice pubblicamente e privatamente di non volerci pensare affatto. Almeno in prima persona. Non

Ma pure la scorsa settimana una conversazione sul Freccia Rossa da Milano a Roma ha confermato l’avanzamento dei colloqui tra esponenti nordisti di Pd e azzurri. Già perché Cairo – o chi per lui -punterebbe ad un ruolo federatore tra le forze di opposizione al governo Conte. “Tutti dicono che non c’è alternativa, dobbiamo metterla in campo”, dicono nel suo cerchio magico, che pure Cairo ha.

Per i retroscenisti diventa zucchero l’editoriale con cui ieri Antonio Polito ha descritto sul Corrierone la solitudine del Pd. Con un invito a costruire alleanze anziché puntare all’egemonia nel campo rosso.

Forza Italia alla disperazione può rappresentare il liberalismo scomparso, aggiungi una frittura di verdi e un po’ di salsa europeista. Tessitori Zingaretti e Calenda, con quest’ultimo che magari dovrebbe mitigare i toni perché non può far balenare scissioni concordate. E il patron del Corriere e di La7, più altre cosucce in arrivo, sarà pronto a pugnare per sottrarre lo scettro a Salvini e a Di Maio.
L’arma della vendetta

Dice nella riservatezza del caso un anziano politico di prima Repubblica, già sottosegretario berlusconiano, che di fronte alla cannibalizzazione salviniana, diventa inevitabile una nuova edizione del Nazareno, con più interlocutori. L’autoghigliottina solitaria non è una virtù in politica, aggiunge perfidamente un orgoglioso democristiano come Gianfranco Rotondi, che di manovre se ne intende.

Polito fu parlamentare della Margherita alleata del Pds. Non sempre tutto può essere considerato casuale. E in politica la vendetta è un’arma che può dare risultati formidabili. Per questo Salvini farebbe bene a non trascurare l’opzione centrodestra.

Già, perché è il leader della Lega a dover fare attenzione ai manovratori. Paradossalmente è la permanenza al governo a danneggiare il futuro di Salvini. I frutti raccolti finora rischiano di andare al macero se lascia ai suoi avversari il tempo e la possibilità di dar vita ad un fronte tardociellenista – qualcosa in più di un Nazareno formato mignon – che potrebbe stritolarlo. Se non ricrea una coalizione di centrodestra consegna potenziali alleati – a partire ovviamente da Forza Italia – al nemico.

E’ la sindrome dell’autosufficienza il grande limite della politica italiana. Pensare di poter fare a meno di tutti è la maledizione che prima o poi fa capolino nei vari leader. E ognuno, chi prima chi dopo, imbocca il viale del tramonto. Per questo serve una buona dose di saggezza. Con la prepotenza si vincono le battaglie e mai la guerra.                                                                                                                                                fonte https://www.secoloditalia.it/