ECCO PERCHÉ SERVIVA MANTENERE IL REI

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Il Reddito di Cittadinanza doveva abolire la povertà nel nostro Paese. Ma non solo. Doveva servire a trovare un’occupazione a 5 milioni di persone (rivelatesi, poi, nemmeno un terzo di quella cifra).
Già durante l’esame del decreto avevamo denunciato la logica distorta di quel provvedimento, ben chiara già allora: prima distribuire denaro e solo dopo mesi (o anni, chissà) ci si sarebbe preoccupati di rendere operativi gli strumenti individuati per rendere il Reddito di Cittadinanza una politica per aumentare l’occupazione.
Ovviamente quella logica non era né casuale, né il frutto dell’incompetenza dei suoi fautori. Erogare il RdC a più cittadini possibili prima delle elezioni europee era la prima e unica priorità.
Oggi i consulenti del lavoro dell’ANCL, che svolgono una funzione primaria nel progetto RdC, hanno scritto al Ministro Di Maio per segnalargli le stesse problematiche che denunciamo da tempo. Ossia che “che l’incentivo previsto dal decreto collegato all’assunzione di soggetti beneficiari del RdC, al momento, resta tristemente riconosciuto solo sulla carta.”
Incentivi per le imprese inesistenti, piattaforma digitale del RdC (SIUPL) non operativa, nessuna risposta da parte del Ministro: il sunto di un fallimento totale.
Per non parlare del “software di gestione che sconta molteplici mancanze e problematiche ripetutamente segnalate”, del sito MyANPAL – descritto come il fiore all’occhiello dell’Agenzia – che è in realtà “un sito fantasma che rimanda alle vecchie procedure, moltiplicando operazioni telematiche ed adempimenti vari”
Insomma, tolti gli slogan e gli annunci urlati dai balconi, il Reddito di Cittadinanza si rivela per quello che è: una mancia elettorale che fa leva sulle condizioni di difficoltà di tantissimi italiani. Condizioni complesse a cui si sarebbe dovuto dare risposte adeguate e che, invece, si è preferito “silenziare” con poche centinaia di euro (ai più fortunati).
Per concludere, quindi – come confermato ancora dalla lettera dell’ANCL – l’inoperatività di questi strumenti “sta avendo ricadute negative sul tasso di occupazione del Paese, lasciando così che il RdC sia realmente ascritto ad una misura passiva e sostanzialmente assistenziale della persona piuttosto che una misura incentivante all’occupazione.”