ECOMAFIA 2019, CAMPANIA ANCORA IN TESTA ALLA CLASSIFICA

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ho partecipato al convegno di presentazione del dossier Legambiente “Ecomafia 2019”. Lo studio si è arricchito anche dei reati ai beni culturali e del paesaggio.

La Campania è ancora in cima alle classifiche, anche se a livello nazionale calano (di poco) gli ecoreati: si passa da oltre 30mila illeciti del 2017 ai 28.137 del 2018. Tra i motivi della riduzione c’è certamente il calo degli incendi boschivi dolosi (-67%) e dei furti di beni culturali (-6,3%). Aumentano invece i reati nel ciclo del cemento, dell’agroalimentare, dei rifiuti e contro gli animali. Un giro d’affari enorme che ha fruttato alle ecomafie 16,6 miliardi di euro (2,5 in più rispetto all’anno precedente). Il 45% delle infrazioni si è concentrato in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Tra i fattori critici su cui si è puntata l’attenzione, oltre naturalmente a quelli legati al ciclo dei rifiuti (con 9.027 persone denunciate e 2.023 arrestate), un dato senza dubbio allarmante è quello dell’abusivismo edilizio che al Sud costituisce ancora una piaga atroce con, a livello nazionale, solo il 19,6% di immobili abbattuti dal 2004.

Per poter vincere la battaglia contro le mafie, oltre alla repressione e alle bonifiche, è necessario aumentare il livello di consapevolezza dei cittadini sulla qualità dei luoghi in cui trascorrono la loro vita. Siamo abituati e rassegnati ai cumuli di rifiuti ovunque, alle orribili opere pubbliche che cambiano l’aspetto delle nostre città e del nostro paesaggio. Abbiamo bisogno di rieducare i nostri sensi alla bellezza comune. Al ministro Sergio Costa spetta una grande responsabilità. È necessario mettere a punto strumenti affinché gli ecoreati diminuiscano, d’altronde è da anni che il ministro combatte le ecomafie, conoscendole a fondo e sapendo come contrastarle!

Virginia La Mura