ECONOMIA, PERCHE’ FINCANTIERI SUBAPPALTA IN ESTREMO ORIENTE E NON FIRMA NUOVI OCCUPATI ITALIANI?

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Necessario reinvestire su alcuni mestieri che offrono ancora lavoro, la formazione la facciano le aziende

Sul lavoro c’è ormai un problema serio di modello di sviluppo che sta devastando l’Italia e l’Europa. Ci dobbiamo seriamente porre il tema del suo superamento. Per distribuire risorse e aumentare il benessere occorre creare ricchezza. Uno dei modi possibili è costruire posti di lavoro. Non è vero che gli italiani non sono disponibili a fare alcuni mestieri, è un falso storico diffuso da alcuni soloni dell’economia d’accademia. Se tornitori, ebanisti, elettricisti, saldatori, eccetera fossero adeguatamente pagati conseguentemente le aziende potrebbero formarli e assumerli. Ma il neo liberismo prevede che invece di occupare giovani italiani si diano le commesse in subappalto a imprese bengalesi che non pagano le maestranze secondo i parametri europei. L’obiettivo è quello di incrementare i profitti e trasferire l’economia nella terra di nessuno della finanza apolide e cinica. Al riguardo potremmo interpellare Fincantieri, principale ‘causa’ della conquista storica di Monfalcone (storica città operaia e comunista) da parte della destra, inondata da dipendenti sottopagati di aziende subappaltatrici asiatiche. Sarebbe interessante avere il suo giudizio su questa deriva turbo liberista impressa dal mercato globale.

Fincantieri, come molte altre aziende, potenzialmente può creare migliaia di posti di lavoro in Italia, ma si rivolge altrove e punisce il mercato del lavoro interno, abbassando la ricchezza. L’offerta c’è, hai voglia se c’e. Basta pagarla il giusto. Invece esce fuori il reddito di cittadinanza… Fermo restando che l’assistenza ai più poveri è sacrosanta e va blindata, si deve pensare a far crescere la ricchezza per poterla redistribuire. Più lavoro e meno tasse. È l’unica soluzione possibile.