“Educazione finanziaria allo sportello del Comune”

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Le iniziative dell’economista internazionale Professoressa Lusardi e del Banchiere scrittore Beppe Ghisolfi promuovono il ruolo centrale dei Sindaci per poter “vedere da vicino” le soluzioni alle questioni socio-economiche familiari e giovanili

La scuola, il posto di lavoro, il proprio Comune di abitazione. Sono questi i tre principali punti di ingresso per far entrare l’educazione finanziaria, e con essa anche previdenziale e assicurativa, dalla porta principale di ogni famiglia, che in una realtà come quella italiana vuol dire estendere l’alfabetizzazione economica alla grandissima maggioranza delle piccole e medie imprese, infatti a conduzione individuale e familiare.

La professoressa Anna Maria Lusardi, economista internazionale e coordinatrice del comitato ministeriale per lo sviluppo di una strategia nazionale dell’educazione finanziaria, ha indicato tre punti ai quali è allineata la filosofia di cui è interprete il Banchiere europeo e saggista Beppe Ghisolfi, presidente della competente Accademia e con la stessa Lusardi relatore di importanti seminari e conferenze web che hanno anticipato e precorso problemi e questioni oggi di pubblico dominio.

Un punto su tutti: l’educazione finanziaria, attraverso i decreti ministeriali di prossima emanazione, deve entrare strutturalmente a far parte della educazione civica, introdotta nuovamente come materia obbligatoria nelle scuole grazie a una legge del 2019.

Punto secondo: l’alfabeto economico non può restare fuori dal posto di lavoro, autonomo o dipendente che esso sia, quale che sia il settore produttivo di appartenenza del lavoratore. Perché ogni crisi, soprattutto le crisi indotte da fenomeni emergenziali sanitari di natura epidemica o pandemica, porta con sé la piaga dello sciacallaggio, che nell’era moderna assume le sembianze fintamente amichevoli di messaggi web per rubare dati sensibili personali o di conto corrente, prosciugando risparmi e redditi lavorativi di cittadini non adeguatamente informati.

Terzo pilastro: i territori. I Comuni, in tempo di lockdown e di ridotta mobilità dei cittadini decretata per ridurre le occasioni di contatto e di contagio, diventano il primo sportello a cui i cittadini si rivolgono per chiedere aiuto e assistenza. Gli amministratori locali, che a loro volta devono essere pronti alle sfide di una finanza circolare, trasparente e bene appresa e spiegata, diventano gli interlocutori naturali per sensibilizzare su scelte e comportamenti virtuosi di salvaguardia delle situazioni economico-finanziarie familiari, per impedire che il loro deterioramento aggravi questioni sociali ricadenti in primissimo luogo sugli enti locali. Non è un caso che “Visti da vicino”, il bestseller numero 5 di Beppe Ghisolfi edito da Nino Aragno, dedichi ampi riferimenti ai Sindaci e agli Amministratori pubblici che in molti casi – citando solo per il caso di Fossano l’attuale primo cittadino Dario Tallone e il predecessore Davide Sordella – hanno sostenuto progetti di educazione finanziaria partiti dai Manuali del Banchiere scrittore. Senza dimenticare l’impegno dell’accademia di educazione finanziaria a diretto contatto con Amministrazioni comunali come quella di Giaveno nel Torinese.

La proposta della professoressa Lusardi prevede la costituzione, in ciascun Comune, di un “ufficio per il benessere della persona”, con il compito di promuovere la divulgazione capillare dell’alfabeto economico a beneficio delle famiglie e delle piccole imprese e di organizzare l’erogazione di aiuti e sostegni che non si limitino a forme passive di assistenza ma semmai all’opposto siano di incentivo a investimenti di tipo aziendale, previdenziale e assicurativo, per esempio favorendo l’accesso dei cittadini a forme sicure di previdenza integrativa, dal momento che proprio un sondaggio di Skuola.net ha certificato che le disponibilità consumeristiche dei giovani puntano più a scelte di breve periodo, come quelle relative all’acquisto del congegno elettronico di ultima generazione, mentre solo in un caso su tre il pensiero corre su decisioni che permettano di assicurare il futuro personale e familiare. Il dialogo con i sindaci sarà, proprio durante il lockdown, ancora più centrale, per poter “vedere da vicino” alcune soluzioni che oggi ci sembrano ancora distanti ma in verità sono più alla portata di quanto noi immaginiamo.