ELENA SALAMON ARTE MODERNA RIPARTE DA MATISSE

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TORINO – “Sogno un’arte equilibrata, pura, tranquilla, senza soggetto inquietante o preoccupante, che sia un lenitivo, un calmante celebrale, qualcosa di analogo a una buona poltrona che riposi dalle fatiche”, un desiderio che Henri Matisse inseguì per tutta la vita e che si tradusse in una serie infinita di capolavori allegri, colorati e liberi da ogni schema.

Dopo la chiusura dovuta all’emergenza sanitaria la galleria torinese Elena Salamon Arte Moderna riapre con una mostra dedicata a Henry Matisse.

Fino al 27 giugno si potrà ammirare ‘Joie de vivre’, una personale dedicata al più importante esponente del gruppo dei Fauves (le belve, i selvaggi) nome a loro attribuito per le cromie ruggenti e distorte che utilizzavano in pittura.

L’epidemia di Covid-19 ha avuto un impatto significativo sul settore culturale e creativo, sugli artisti e sul loro pubblico. Molte le attività sospese o annullate, o che non si sono svolte come previsto.

“Si aprirà una nuova fase, un nuovo inizio – afferma emozionata Elena Salamon, responsabile dello spazio artistico in piazzetta IV Marzo -. E se da un lato non possiamo e non vogliamo negare la gravità della situazione, dall’altro è importante riconoscere quanto l’arte possa essere di sollievo in un momento come questo. L’arte è evasione, fantasia, libertà di espressione e di sentimento, conforto e nutrimento per l’anima. È anche in quest’ottica che si inserisce la rassegna su uno degli artisti più liberi e anticonformisti del Novecento, Henri Matisse – continua Salamon -. La sua opera colorata come la natura, libera e leggiadra come il battito di ali di farfalla, fresca e inebriante come un tuffo al mare, fantasiosa e allegra come il gioco di un bambino, non può che aiutare ad alleviare il nostro stato d’animo”.

Nella Elena Salamon Arte Moderna il pubblico potrà usufruire di gel disinfettante e guanti di protezione e gli ingressi saranno contingentati: a ognuno sarà riservata la massima disponibilità anche con visite organizzate su appuntamento.

In galleria saranno visibili 75 litografie dei papier gouache-découpé, carte dipinte e ritagliate realizzate dall’artista francese negli ultimi anni di vita, dal 1947 al 1954.

Matisse possedeva una capacità di sintesi fuori dal comune. Già dai suoi primi lavori portò agli eccessi le tonalità dei verdi, dei rossi, degli azzurri. Desiderava dipingere con l’azzurro più azzurro e con il rosso più rosso possibile per poter esprimere l’amore per la vita, quella indistruttibile joie de vivre caratteristica costante di tutta la sua produzione. La sua esistenza divenne un tutt’uno con l’arte stessa, “non posso distinguere – diceva – tra il sentimento che ho della vita e il modo in cui lo traduco”.

Seppe cogliere ogni suggerimento sia dalle opere dei maestri suoi contemporanei sia dai linguaggi utilizzati dagli artisti orientali: nei suoi lavori ritroviamo le deformazioni prospettiche di Cézanne, le pennellate di Van Gogh, le inquadrature delle stampe di maestri giapponesi dell’Ukiyo-e e le decorazioni, le silhouettes e l’iconografia dell’arte orientale.

Alle litografie dai papier gouache-découpé, presenti in Galleria, vi giunse quasi per caso quando, convalescente da una malattia, non potendo dipingere, iniziò a ritagliare con le forbici nella carta colorata silhouettes che poi assemblava badando unicamente all’equilibrio delle forme e all’armonia cromatica. “Il papier découpé mi permette di disegnare nel colore. Si tratta per me di una semplificazione, invece di disegnare il contorno e inserirvi il colore, uno che modifica l’altro, disegno direttamente nel colore”, affermava.

In collaborazione con Emmanuel Tériade, raffinato editore parigino della rivista Verve e con il grande stampatore Fernand Mourlot, realizzò nel 1947 la famosa serie Jazz di cui diceva: “non basta mettere i colori, per quanto belli, gli uni accanto agli altri: bisogna che questi colori reagiscano gli uni con gli altri. Jazz è improvvisazione ritmica”.

Dal 1950 al 1951, produsse i bozzetti per la Chapelle du Saint-Marie du Rosaire a Vence. Matisse definì quest’opera il capolavoro della sua esistenza. A differenza dei suoi primi lavori fauves dove il colore era urlato e provocatorio, qui le cromie sono cantate, armoniche e pure.

Matisse ormai ottantenne con la serie delle Dernières Œuvres lasciò il suo testamento spirituale. Appartengono a questo periodo i famosissimi “Nu Bleu”, straordinari profili ritmati, essenziali. Queste opere sono un vero e proprio inno alla vita, un’esplosione di colori, forme e linee di una purezza estrema, ultima opera eccellente di un artista eclettico e instancabile.

In mostra alla Galleria Elena Salamon oltre alle opere della cartella Jazz e del numero speciale della rivista Verve intitolata Dernieres Oeuvres si potranno ammirare anche i bozzetti dei mosaici per la Cappella du Saint-Marie du Rosaire a Vence.

Tra le opere esposte:

Danseuse créole, 1950

Litografia a colori, da papier gouache-découpé, firmata e datata in lastra.

Bibliografia: Claude Duthuit, Catalogue raisonné des ouvrages illustrés n.139. (mm. 317×192). La ballerina incarna a pieno lo spirito di movimento di allegria e di vivacità di Matisse. Una figura leggiadra che sembra fluttuare nell’aria immersa nei colori e nella musica.

Nuit de Noël, 1951

Litografia a colori, da papier gouache-découpé.

Bibliografia: Claude Duthuit, Catalogue raisonné des ouvrages illustrés n.139. (mm. 327×135). Ideato per una vetrata mai realizzata, questo bozzetto racconta la Santa Notte del Natale. È una rappresentazione del tutto nuova e inconsueta per la tradizione cristiana: la classifica iconografia del Natale lascia spazio a stelle e piante marine di diversa forma e colore, in un’esplosione di gioia e di amore che pervade lo spettatore.

Nu bleu VI, 1952

Litografia a colori, da papier gouache-découpé, monogrammata in lastra.

Bibliografia: Claude Duthuit, Catalogue raisonné des ouvrages illustrés n.139. (mm. 347×132).

Nu bleu VIII, 1952

Litografia a colori, da papier gouache-découpé, firmata e datata in lastra.

Bibliografia: Claude Duthuit, Catalogue raisonné des ouvrages illustrés n.139. (mm. 330×240).

Nu blue XII, 1952

Litografia a colori, da papier gouache-découpé, firmata e datata in lastra.

Bibliografia: Claude Duthuit, Catalogue raisonné des ouvrages illustrés n.139. (mm. 343×238).

La serie dei Nudi Blu porta all’estremo il nuovo concetto di pittura di Matisse: quello di dipingere direttamente nel colore ritagliando pezzi di carta in forme differenti. In questo caso si tratta di figure femminili, tutte di colore blu. Silhouettes ritmate, essenziali e astratte. Figure dalle movenze eleganti e sinuose, che talvolta evocano donne di mondi lontani, con un chiaro richiamo all’arte africana. Un aspetto che ritroviamo ad esempio nel Nu Bleu VI.

Icare, 1947

Litografia a colori da papier gouache-découpé.

Bibliografia: Claude Duthuit, Catalogue raisonné des ouvrages illustrés n. 22. (mm. 378×259). Il mitico figlio di Dedalo viene raffigurato senza ali ma con le braccia rivolte in alto, in uno slancio verso il blu del cielo, verso l’infinito. Le stelle, di un giallo vibrante, diventano sue compagne di viaggio e illuminano l’oscurità della notte.

La Danse, 1938

Litografia a colori da papier gouache-découpé. Bibliografia: Claude Duthuit, Catalogue raisonné des ouvrages illustrés n. 67. (mm. 332×392).

Il tema della danza è uno dei più cari a Matisse. Il maestro fu sempre affascinato dal movimento dei corpi e dalle possibilità espressive della figura umana. Una passione che portò avanti in tutta la sua vita e che trova la sua massima espressione nella Danza del 1910, il suo capolavoro, nonché una delle opere più significative del Novecento, oggi esposta all’Hermitage di S. Pietroburgo, come anche nelle ballerine degli anni Venti e infine nelle silhouettes dei papier gouache-découpé degli anni Quaranta e Cinquanta. Nel 1937 l’editore Teriade, in occasione dell’uscita del quarto numero della rivista Verve, volle dedicare parte del volume proprio alla Danza del 1910. Chiese dunque a Matisse di reinterpretarla utilizzando la tecnica dei papier gouache-découpé. Il maestro seppe così dare nuova vita al suo capolavoro: stesso tema e stessa forza espressiva ma un nuovo impatto visivo, tanto potente da diventare un lavoro autonomo.

Les gouaches découpées de la Chapelle de Vence, 1948-1951

Pochoir à la gouache a colori. (mm. 155×165).

L’opera realizzata sotto l’indicazione degli eredi di Matisse riproduce le vetrate e gli ornamenti realizzate da Matisse per la Chapelle du Saint Marie du Rosaire di Vence. In questo bozzetto ritroviamo il blu del cielo, il giallo del sole e il verde della natura. Le forme perdono via via la loro dimensione più propriamente figurativa, per avvicinarsi all’astrazione, sovvertendo in questo modo uno dei principi cardine della decorazione religiosa: la leggibilità e la comprensibilità immediata delle figure. Attraverso queste immagini il pittore ritiene di immergere il fedele in

un’atmosfera più intima e spirituale. All’immagine che educa il fedele, Matisse preferisce la forma cromatica che aiuta nella preghiera e nella riflessione.

Teeny, 1938

Linoleumgrafia originale monogrammata e datata. Bibliografia: Claude Duthuit, Catalogue raisonné des ouvrages illustrés n. 68. (mm. 292×220).

Realizzata da Matisse nel 1938 ritrae Alexina “Teeny” Sottler, collezionista e agente di diversi artisti tra i quali Brancusi e Mirò, che nel 1929 sposò Pierre Matisse, figlio del maestro.

La piscine, 1952

Litografia a colori, da papier gouache-découpé.

Bibliografia: Claude Duthuit, Catalogue raisonné des ouvrages illustrés n.139. (mm. 356×1028).

Nizza, estate 1952, Matisse ha 82 anni e decide con la sua assistente di andare in piscina a Cannes per guardare le persone nuotare. Il caldo però è soffocante e i due sono costretti a tornare a casa. «Costruirò da me la mia piscina personale» dichiara allora Matisse e così fece. Fu così che le pareti dell’hotel Regina a Nizza furono ricoperte con una striscia di carta bianca sulla quale il maestro applicò i propri ritagli blu di nuotatrici e creature marine. La piscina è concepita da Matisse come fonte di freschezza mentale: «ho sempre adorato il mare, e ora che non posso più andare a nuotare, me ne sono circondato.

BIOGRAFIA HENRI MATISSE

Henri Matisse, pittore, scultore, incisore ed illustratore francese nasce a Le Cateau-Cambrésis il 31 dicembre 1869. A vent’anni intraprende studi di legge a Parigi, si impiega in uno studio legale che lascia presto per dedicarsi alla pittura. Dal 1891 al 1892 studia all’Académie Julian di Parigi e, nel 1893, entra come allievo nell’atelier del pittore simbolista Gustave Moreau, il quale lo incoraggia a studiare i grandi maestri esposti al Louvre. Sposa Amélie Parayre dalla quale avrà tre figli. Durante una vacanza a Saint-Tropez conosce i neoimpressionisti e i divisionisti. Nel 1899 acquista Le tre bagnanti di Cézanne, Testa di fanciullo di Gauguin e un disegno di Van Gogh. Sue opere figurano al primo Salon d’Automne del 1903. Nello stesso periodo inizia la collaborazione con Ambroise Vollard, uno dei più famosi mercanti d’arte francese: nella sua galleria, Matisse tiene la prima mostra personale nel 1904. Nel 1905 i quadri esposti al Salon d’Automne ottengono critiche severissime, le opere vengono bollate come “indicibili aberrazioni” e gli autori come “fauves” (belve), l’esposizione segna la nascita di una nuova generazione di pittori di cui Matisse ne è caposcuola. Tra il 1904 e il 1907 dipinge alcune opere fondamentali: Luxe, Calme et Volupté, La joie de vivre, Nu bleu, Luxe I. Nei primi anni del ‘900 Matisse stringe un legame di amicizia con la scrittrice statunitense Gertrude Stein e la sua famiglia, che acquisteranno le sue opere e lo faranno conoscere agli americani di passaggio a Parigi. Nel 1906 conosce Pablo Picasso e Alfred Stieglitz che, nel 1908, organizza la prima mostra di Matisse nella sua galleria a New York. Nel contempo Vollard, fa conoscere il lavoro di Matisse al collezionista russo Sergej Shchukin, che tra il 1907 e il 1914 acquista molte sue opere. Lo stile di Henri Matisse evolve nella semplificazione delle forme, culminante nei due grandi pannelli La danse e La musique, realizzati tra il 1909 e il 1910 per Shchukin stesso, esposti oggi all’Hermitage di San Pietroburgo. Dal 1920 Matisse trascorre moltissimo tempo nel sud della Francia, in particolare a Nizza, ritraendo immagini del luogo e creando la celebre serie delle Odalische. Il mercato dell’arte in crescita offre nel 1928 occasioni per grandi aste dove alcune opere di Matisse spuntano i prezzi più alti tra quelle degli artisti della sua generazione. Nel 1930 l’artista trascorre tre mesi a Tahiti.
La Kunsthalle di Basilea e il Museum of Modern Art di New York gli dedicano importanti mostre antologiche, mentre il pittore è impegnato con la grande decorazione murale per la Barnes Foundation di Philadelphia. Matisse continua la sua ricerca artistica, raffinando il suo stile fino a farlo giungere, in tarda età, alle soglie dell’astrattismo, senza mai perdere il gusto originale per la forza espressiva del colore. Nel 1940 si separa ufficialmente dalla moglie, l’anno seguente colpito da un tumore deve essere operato due volte. Nel 1949 ritorna a Nizza dove continua il lungo processo di semplificazione delle figure con i papiers découpés, i mosaici, le vetrate e i paramenti eseguiti per la Cappella del Rosario di Vence. Nel 1950 gli viene assegnato il Gran Premio per la pittura della Biennale di Venezia. Ancora vivente, Matisse gode di fama internazionale e nel 1952 viene inaugurato a Le Cateau-Cambrésis un museo in suo onore.

Henri Matisse muore a Nizza il 3 novembre 1954.

Info: ‘JOIE DE VIVRE’ – HENRI MATISSE: PAPIER GOUACHE-DÉCOUPÉ 1947-1954

Sito: http://www.elenasalamon.com

Dove

Via Torquato Tasso, 11 (piazzetta IV Marzo) – 10122 Torino

Tel. 011 7652619 cell. 3398447653 – elena@elenasalamon.com

Quando

Prorogata fino al 27 giugno 2020.

Orari di apertura

Martedì, mercoledì e venerdì dalle ore 15:00 alle ore 19:00

Giovedì e sabato dalle ore 10:30 alle ore 19:00 (orario continuato)

PER APPUNTAMENTO TEL. 3398447653