ELICA (FABRIANO, MARCHE) DELOCALIZZA E MANDA A CASA 400 DIPENDENTI

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BASTA CON IL FAR WEST SALARIALE
Elica, uno dei fiori all’occhiello dell’industria marchigiana, licenzia 400 dei 560 dipendenti totali, e delocalizza in Polonia. L’ennesima picconata a un distretto, il fabrianese, che vive una crisi senza fine. Nessuna sorpresa se il patron dell’industria che produce cappe da cucina, sia un ex senatore di Forza Italia. Da bravo imprenditore liberista, sa bene sfruttare la situazione di crisi attuale, appoggiandosi alla Cig e al blocco dei licenziamenti “sovvenzionato” dal governo, per poi mandare a casa il 70 per cento degli operai con un calcio nel sedere quando il blocco scadrà. E’ un caso esemplare di quello che avviene, anche ai tempi del covid, in tantissime altre aziende italiane. Ricordiamo che uno dei principali motivi per cui le aziende delocalizzano la produzione è dovuto al costo del lavoro, che in Europa può oscillare tra i 5,4 euro l’ora della Bulgaria e i 43,5 euro della Danimarca. Questi due estremi ben rendono l’idea del Far West salariale che regna tra i 27 paesi che costituiscono l’Unione europea e che il Movimento 5 Stelle da tempo vorrebbe regolamentare introducendo un salario minimo in tutta Europa, una proposta concreta contro il dumping salariale che sta desertificando in maniera desolante le nostre province più produttive.