Emergenza carceri: secondo giorno di silenzio di Conte e Bonafede

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Ancora nessuna risposta dal Presidente del Consiglio e dal Ministro della Giustizia alle domande poste dall’Unione delle Camere Penali Italiane sul pericolo pandemia nelle carceri.
Eppure si tratta di quesiti semplici:

1. Quale numero di detenuti avete preventivato possa benefi ciare, nei prossimi giorni, di una detenzione domiciliare con bra ccialetto elettronico?
2. Quanti dispositivi vi risultano disponibili effettivamente, cioè al netto delle misure cautelari domiciliari con braccialetto attualmente in atto?

Dopo la presa di posizione del Consiglio d’Europa, che ancora ieri invitava i governi ad alleggerire le condizioni di sovraffollamento, oggi il governo francese dichiara che saranno sospesi gli ordini di carcerazione per le pene brevi e annuncia il ricorso automatico a modalità alternative di espiazione per i detenuti per i reati meno gravi.
In Italia l’associazione Magistratura Indipendente ed il coordinamento dei magistrati di sorveglianza richiedono con forza misure che consentano l’espiazione in detenzione domiciliare di pene brevi.
Nel frattempo, il direttore del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, nel comunicare che saranno incrementati gli apparecchi telefonici per i colloqui tra detenuti e familiari, informa che ancora non sono stati adottati piani sanitari per affrontare le emergenze nei singoli istituti penitenziari.
Signor Presidente del Consiglio, signor Ministro della Giustizia continueremo ogni giorno a chiedervi conto del perché il governo non adotti i provvedimenti richiesti da tutti gli operatori e auspicati anche dalle istituzioni internazionali per affrontare il pericolo del contagio nel carcere.

Gian Domenico Caiazza