EMERGENZA COVID-19, COME SI MUOVE L’EUROPA

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La pandemia COVID-19 è ormai un’emergenza planetaria, e l’Europa è al lavoro per aiutare l’Italia e gli altri Stati membri ad affrontare questo e i prossimi duri momenti sotto il profilo economico e sociale.
In questi giorni, il Parlamento Europeo continua a lavorare per mettere a punto gli interventi a sostegno degli Stati membri; tra gli europarlamentari che hanno deciso di rimanere a Bruxelles per seguire i lavori, c’è anche Herbert Dorfmann: «Se avessi scelto di rientrare in Italia, sarei con la mia famiglia, ma in questo momento è più importante essere qua, per poter lavorare e incidere in maniera concreta su provvedimenti che dovranno tenere in piedi gli Stati e l’Unione nei prossimi mesi e nei prossimi anni».
«La Commissione Europea ha proposto un sistema di gestione delle frontiere che è stato adottato dagli Stati membri: medicinali, prodotti alimentari e merci continueranno a viaggiare tra gli stati, così come i cittadini, che potranno far ritorno nei loro paesi d’origine, mentre per un mese sarà attivo un coordinamento per limitare i viaggi non essenziali all’interno dell’Unione Europea», spiega Dorfmann.
Nella giornata di ieri, la Commissione ha pubblicato delle linee guida sulla tutela dei diritti dei passeggeri, così da garantire un’applicazione coerente in tutta l’Unione europea e un’adeguata protezione per i viaggiatori: «Riguarda i diritti dei passeggeri nel settore del trasporto aereo, ferroviario, autobus e marittimo, ma anche gli obblighi dei prestatori di servizi di trasporto», evidenzia Dorfmann.
Europa al lavoro anche sul fronte sanitario, per garantire un adeguato approvvigionamento di attrezzature protettive urgenti: «Per questo, – spiega l’eurodeputato – si procede ad un appalto pubblico comune di attrezzature di protezione e attrezzature mediche: uno o più Stati membri sono responsabili degli appalti, finanziati per il 90 % dalla Commissione.
Stiamo anche creando una riserva strategica (rescEU) di attrezzature mediche come respiratori e maschere protettive nell’ambito della riserva di emergenza; la distribuzione e il coordinamento avviene tramite il centro di coordinamento delle misure di emergenza. Inoltre, le informazioni sulle scorte attualmente disponibili, le capacità di produzione e le intenzioni di esportazione vengono comunicate alla Commissione».
Aiuto alle imprese arriva da una temporanea «apertura» sugli aiuti di Stato: «È stata introdotta la possibilità di concedere sovvenzioni dirette o agevolazioni fiscali fino a 800.000 euro, di concedere garanzie statali sovvenzionate per i prestiti bancari o di concedere prestiti pubblici e privati con tassi d’interesse sovvenzionati», sottolinea Dorfmann.
Altre importanti iniziative di sostegno all’economia arrivano dalla Banca Centrale Europea e dal Parlamento Europeo: «L’altra notte, la BCE ha annunciato un programma di acquisto di emergenza per prestiti di un importo pari a 750 miliardi di euro, con un occhio particolare all’Italia: si prevede infatti che nelle prossime settimane i titoli di stato italiani saranno acquistati su larga scala. – spiega Dorfmann – Il programma, che prende il nome di “Pandemic Emergency Purchase Programme” (PEPP), prevede l’acquisto di titoli di Stato, fondi aziendali e prestiti aziendali, e tutti i settori economici potranno beneficiare delle misure di sostegno».
«In Parlamento poi – aggiunge il rappresentante del Partito Popolare Europeo – stiamo lavorando per accelerare il via libera ad altri 37 miliardi di euro di investimenti per i sistemi sanitari, le PMI, i mercati del lavoro e altri settori economici vulnerabili»,
Per quanto riguarda poi il mondo agricolo, Janusz Wojciechowski, Commissario europeo per l’agricoltura – commissione che vede tra i membri anche lo stesso Dorfmann – «ha assicurato il pieno sostegno agli agricoltori europei e sta lavorando ad una soluzione per prorogare di un mese il termine di presentazione dei pagamenti diretti tramite la Politica Agricola Comune».
«Siamo di fronte a un’emergenza globale, a un dramma con il quale in tempi recenti l’Europa non si è mai scontrata. È tempo di agire uniti: attaccare ora l’Unione Europea, rilanciando i nazionalismi e la chiusura delle frontiere nazionali, è solo una bassa strumentalizzazione politica in un momento drammatico per l’intero continente e per il pianeta. – conclude Dorfmann – Lo ammetto, la reazione è partita forse un po’ troppo tardi, ma in questo momento è fondamentale far capire ai cittadini che l’Unione c’è ed è al loro fianco».