Epidemia New Delhi, casi in aumento in Toscana e Lombardia

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Aumentano In Toscana i contagi per il super-batterio che resiste agli antibiotici, 4 casi in più nell’ultima settimana. Lo rivela il dossier di monitoraggio dell’Ars.

Sono 136 i casi di contagio del superbatterio Ndm, detto New Delhi. In aumento dal 4 novembre ad oggi. Dall’ultima rilevazione, effettuata lo scorso 6 novembre ci sono 4 casi in più. E’ quanto riferisce l’Agenzia regionale di sanità della Toscana che ogni mercoledì pubblica il bollettino con i dati relativi alla diffusione dell’infezione.

L’epidemia è potenzialmente grave, ma sinora contenuta. I casi, spiega l’Ars, «sono risultati letali nel 33% dei pazienti con sepsi (non necessariamente si tratta di decessi dovuti all’infezione specifica), percentuale paragonabile alla letalità per questa condizione causata da altri batteri resistenti agli antibiotici carbapenemici».

Intanto a Milano sono stati registrati 4 casi di Klebsiella pneumoniae NDM. Di questi metà dei pazienti avrebbe contrattato l’infezione in Lombardia, mentre gli altri sarebbero arrivati da fuori. Due pazienti sono stati curati e si trovano fuori pericolo. Tuttavia resta l’allarme diffusione nella regione.
Che cos’è NDM

Si tratta dell’enzima New Delhi Metal beta-lactamase, prodotto dai batteri presenti nell’intestino, che li rende particolarmente resistenti agli antibiotici, in particolare ai carbapenemi, usati per infezioni gravi. La mancanza di cure rappresenta un rischio anche letale per la salute.

Nel rapporto dell’Ars si legge che “L’NDM rappresenta un nuovo meccanismo di antibiotico-resistenza, sviluppato da batteri normalmente presenti nella flora intestinale umana che possono diventare virulenti in seguito all’esposizione prolungata a determinati antibiotici. La capacità di resistere agli antibiotici rende pertanto pericolosi questi batteri, soprattutto in pazienti fragili, già colpiti da gravi patologie o immunodepressi”.

Come si trasmette

Il contagio batterio New Delhi può avvenire all’interno di strutture sanitarie, in seguito al contatto con strumentazioni non ben disinfettate, contatto di mani degli operatori sanitari o interventi invasivi. Inoltre si può trasmettere attraverso ferite infette.

Alcuni reparti ospedalieri sono più esposti alla diffusione del NDM, ad esempio quelli in cui sono ricoverati pazienti con difese immunitarie compromesse.

In Toscana, il super-batterio che impedisce l’effetto degli antibiotici, ha già causato la morte di 31 persone.