Era prima del Natale 1999. Cena con mia moglie e amici in comune

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Al tavolo trovo anche Alberto. Ed è subito feeling: m’incuriosisce quello che dice e fa. I portieri sono tipi particolari: lui era come me. A un certo punto analizzandomi data di nascita e altri numeri, dice: “Nel 2000 farai cose importanti. E giocherai da titolare all’Europeo”. Esco dal ristorante elettrizzato. Nei mesi successivi finisco spesso per chiamarlo: mi dava serenità anche se restavo scettico sulla previsione. Tanto da scommettere un caffè.
A giugno il c.t. Zoff dà le maglie: a malincuore penso di aver vinto perché il numero uno è di Buffon, a me resta il 12. Chiamo Alberto, ma lui rilancia: “Strano, dovrebbe toccare a te”.
Poi in amichevole Gigi si fa male… Caffè perso. Vado a Treviso e saldo il conto: quel giorno nasce in modo indiretto anche l’impresa di Italia Olanda. Prima di salutarci, mi butta questa frase: “Guarda che non finisce qui: ci sarà una giornata dove tutti parleranno di te”. Gli sorrido. “Non sto scherzando. Facciamo una cosa: ti chiamo quando sarà il momento”. Lo fa la mattina del 29 giugno, durante la riunione tecnica. Urla in dialetto: “E’ questo il giorno…”. Gli faccio: “Non posso parlare, siamo in aula. Ciao”. Non molla: “E’ questo, ascolta. Tutto combacia. Lo capisci: i numeri non mentono”. Non me lo faccio ripetere e gli chiedo che cosa può accadere di così importante. Ci pensa e fa: “Sei un portiere quindi ci saranno tanti rigori. Ma non avere paura: li prendi tutti oppure sbagliano”. Sembrerà strano, ma discutiamo persino su come avrebbe tirato De Boer. “Fidati dell’istinto: è il tuo giorno”. Scendo in campo con queste parole nella testa. Il resto lo conoscete…».

Francesco Toldo compie oggi 48 anni. Per anni colonna portante dell’Inter, resta tutt’ora nella memoria collettiva dei tifosi italiani per la semifinale di Euro2000.
Contro l’Olanda si rivelò un autentico incubo per i rigoristi olandesi: 5 errori su 6 dal dischetto, di cui due in partita, tre parate di Toldo. Dopo l’errore di Stam il portiere si alzò e sorrise: col pugno rivolto al cielo urlò due volte il nome di Alberto.
Quella cena aveva prodotto un’amicizia tanto inaspettata quanto veritiera.
Toldo si rivolse ad Alberto anche prima di Valencia Inter, quarti di finale del 2003: “Non ti segnano neppure con la fionda”. Toldo si rivelò il migliore in campo e l’Inter riuscì ad approdare in semifinale.
Tanti auguri, Francesco.                                                                                                                            fonte calcio totale facebook