Ricercatore e attivista egiziano impegnato nella promozione dei diritti umani a Bologna, dove frequenta un master in studi di genere e diritti delle donne finanziato dal programma Erasmus.
In seguito al suo arresto, il 7 febbraio, i pubblici ministeri hanno ordinato la sua detenzione basandosi su accuse quali “incitamento alla protesta”, riferendosi in particolare ad alcuni post pubblicati su Facebook, non permettendo però alla difesa di Patrick di esaminarli.
I rapporti economici tra Italia ed #Egitto sono, in questo momento storico, molto forti e vanno dalla vendita di 2 navi della marina militare all’esercito egiziano, alla scoperta da parte dell’Eni del giacimento di gas Zohr.
Penso che questa partnership economico-militare, che secondo fonti europee dovrebbe inquadrarsi in un più ampio contributo italiano al rafforzamento della Marina egiziana, non possa prescindere da presupposti di rispetto dei diritti umani e della libertà di espressione, che portino alla tutela dei cittadini egiziani. Perché quello che sta succedendo a Zaki è solo la punta di un iceberg ben più grosso, fatto di violazioni sistematiche dei diritti umani e persecuzione verso dissidenti e persone comuni.
📅 segnatevi in agenda sabato 22 febbraio: a #Milano, #Roma e #Torino Azione sta organizzando dei sit in di protesta
#FreePatrickZaki
