Euro di Corrado Passera

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Tratto da “ Lessico Finanziario “ di Beppe Ghisolfi – ARAGNO Editore

L’Euro è la nostra moneta nazionale ed è la moneta nazionale di 340 milioni di cittadini europei appartenenti a 19 dei 27 Stati della Unione Europea (UE). È stato introdotto nel 1999 come moneta virtuale, utilizzabile solo per pagamenti senza contanti e per fini contabili ed è entrato in circolazione nel 2002 dopo una preparazione di dieci anni (Trattato di Maastricht). Da allora è diventato una delle monete più solide e importanti del mondo ed è detenuta come valuta di riserva da quasi tutte le Banche Centrali. L’Euro costituisce un passo fondamentale del progetto di costruzione della UE e contribuisce in maniera sostanziale a garantire l’indipendenza della UE rispetto alle altre grandi potenze economiche e politiche del mondo. È gestito e supervisionato dalla Banca Centrale Europea (BCE) che ha sede a Francoforte e alla quale i 19 Paesi hanno affidato il diritto esclusivo di emettere Euro e la gestione della politica monetaria comune: alla BCE hanno affidato le politiche dei tassi di interesse e dei tassi di cambio. Una “debolezza” congenita dell’Euro è quella di non potersi basare su una politica economica comune, nel senso che i Paesi che aderiscono all’Eurozona hanno accettato regole comuni (per esempio i limiti di deficit pubblico e regole bancarie comuni), ma mantengono – come tutti i paesi della UE – la loro autonomia nel definire le proprie politiche fiscali, di welfare, di regolazione del mercato del lavoro, ecc.

Ciò ha provocato numerosi momenti di tensione, che dovranno ridursi nel tempo grazie a politiche economiche sempre più coordinate e al procedere dell’integrazione politica L’adozione dell’Euro ha procurato indubbi vantaggi all’Italia. L’effetto che la nostra debole Lira avrebbe sofferto dalle crisi che si sono susseguite in questi anni (da quelle finanziarie a quelle energetiche) sarebbe stato enormemente più grave. Come tutti i paesi aperti ai commerci internazionali abbiamo avuto benefici importanti dalla maggiore integrazione commerciale all’interno dell’Eurozona e dai minori costi transazionali. Abbiamo goduto di tassi di interesse molto inferiori sul finanziamento alle famiglie e alle imprese e di molta maggior facilità nel finanziare il nostro enorme debito pubblico. Questi ultimi vantaggi si sono fatti tanto più evidenti negli ultimi anni in cui la BCE ha adottato una politica monetaria molto “accomodante” (Quantitative Easing).