Eutanasia, Ass. Luca Coscioni: “Dopo sette anni, il Parlamento tace”

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L’associazione Luca Coscioni, in una manifestazione a Montecitorio per richiamare l’attenzione sul tema della legalizzazione dell’eutanasia, denuncia: “A 7 anni dal deposito in Parlamento della proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell’eutanasia, il Parlamento tace, non è intervenuto per discuterla. L’emergenza per l’associazione è tangibile, in quanto, mentre continuano i viaggi della speranza all’estero, circa tre persone al giorno chiedono aiuto e informazioni (1000 dal 2015). Abbiamo raggiunto – spiega il segretario dell’associazione, Filomena Gallo – quasi 150mila firme, ne abbiamo depositato 67mila. E il Parlamento non è riuscito a riunirsi 7 minuti per discutere. È intervenuta la Corte Costituzionale – aggiunge Gallo -: la sentenza ha valore di legge, quindi oggi in Italia un malato con determinate condizioni può chiedere il farmaco letale, ma la Corte per due volte ha chiesto al Parlamento di intervenire con una legge specifica. Il Parlamento ignora questi richiami? Abbiamo rappresentato quanto e’ rilevante questa richiesta anche al presidente Mattarella, per chiedere che le leggi di iniziativa popolare trovino spazio nel dibattito parlamentare, ha dato mandato al ministro D’Inca’ che ha seguito con interesse la tematica, ma oggi siamo ancora qui. Il diritto a interrompere terapie vitali e a esprimere indicazioni vincolanti attraverso il testamento biologico – aggiunge Marco Cappato – è stato riconosciuto dal Parlamento. Questo è un cambiamento importante, poi anche il diritto a essere aiutati a morire per malati tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale e’ stato riconosciuto dalla Corte Costituzionale e l’applicazione anche a persone non attaccate a macchinari e’ stato sancito dalla Corte di Assise di Massa. Questi sette anni non sono una sconfitta per noi, ma per questa legislatura e questo Parlamento. Siamo partiti da un Parlamento chiuso per silenzio elettorale – rileva Gallo -: noi a quel silenzio siamo abituati, alla Camera stanno lavorando a un testo base, ma c’è una proposta da discutere”. Per sensibilizzare sarà dato anche il via a un presidio fisso davanti a Montecitorio.