Ex Ilva, i pm di Taranto confermano le denunce di USB: una “gestione sciagurata e criminale”

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Nel processo “Ambiente svenduto”, sul disastro ambientale e sanitario causato dalle emissioni nocive dell’ex Ilva di Taranto, le corpose richieste di condanna formulate dalla procura (un totale di quasi 400 anni di carcere per 35 imputati) confermano le denunce fatte da USB.

A Taranto come in altri siti industriali si è fatto e si continua a fare economia sulla pelle dei lavoratori e delle popolazioni. La politica in moltissimi casi si è assunta il compito di non interferire con gli interessi industriali. Le parole del pubblico ministero Mariano Buccoliero non lasciano dubbi: “Siderurgico gestito in maniera sciagurata e criminale” attraverso “condotte pluriennali” di “violenza inaudita” con “un abbraccio mortale” verso Taranto che ha “stritolato la città”.

Ancora oggi gli industriali dell’acciaio chiedono di non rispettare la recente sentenza del tribunale di Lecce che determina la chiusura degli impianti a caldo, perché questo provocherebbe difficoltà nella fornitura di bramme per le acciaierie del Nord. Nessun accenno all’altissimo prezzo in vite umane e ambiente.

È vergognoso che dopo decenni di denunce e con migliaia di morti per tumore, non si sia realizzato nessun piano di reale e massiccia messa in sicurezza degli impianti. Non c’è più tempo, vogliamo vivere di lavoro e non morire per poter lavorare.

Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato

Unione Sindacale di Base – Federazione di Taranto