Fabiano Massimi – L’angelo di Monaco – Milano, Longanesi, 2020. 489 p. (173)

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19 settembre 1931. Una camera chiusa dall’interno; un cadavere immerso in una pozza di sangue con accanto una pistola: ovviamente si tratta di un suicidio. I dubbi sono però legittimi se la morta è la ventitreenne Angela Maria Raubal, detta Geli, l’amatissima nipote di Adolf Hitler – che a capo del Partito nazionalsocialista dei lavoratori sta dando la scalata alla Germania – con cui vive nell’elegante appartamento di Prinzregentenplatz di Monaco.
Poiché i nemici del partito e chi, dall’interno, vorrebbe scalzare il leader per prenderne il posto stanno mettendo in dubbio il suicidio, si decide di avviare una rapidissima indagine – non più di 8 ore – che confermi la volontarietà del gesto e metta a tacere le voci e le illazioni.
Inizia così per i due commissari della Polizia sezione crimini violenti Siggi Sauer e Mutti Forster una corsa ad ostacoli contro il tempo e contro chi vuole che la verità non venga a galla. Reticenze, depistaggi, omissioni, allusioni, mezze verità accompagnano l’indagine, chiusa la sera stessa con il verdetto di suicidio e riaperta ufficiosamente due giorni dopo. Sauer e Forster si trovano via via di fonte al misterioso incendio del laboratorio fotografico della Medicina legale, al precipitoso auto pensionamento del medico legale che ha “inscenato” l’autopsia, alla morte per suicidio di quanti avevano avuto a che fare con il ritrovamento del corpo… Naturalmente, entrano anche in contatto con i vertici del partito, dallo stesso Hitler – distrutto (o forse no?) dalla morte dell’amata Geli – al subdolo Himmler, da un Goring sempre più dipendente dalla morfina al boia Heydrich fino alla nuova fiamma di Hitler, quella Eva Braun che morirà con lui … tanti anni dopo.
Se i due investigatori, tranne nel cognome, sono una creazione dell’autore, tutti gli avvenimenti narrati in questo appassionante e coinvolgente romanzo-verità sono reali: Massimi ha tratto tutte le notizie su questa oscura e inquietante vicenda da articoli di giornali, dichiarazioni di testimoni, memoriali, verbali, mentre la cornice storica e geografica è inappuntabile.
Purtroppo, la verità sulla fine di questa affascinante giovane donna – il cui volto luminoso ci sorride dalle ultime pagine del volume – piena di voglia di vivere, di ballare, di divertirsi e di amare non è mai stata svelata. L’autore, dopo una lunga girandola di colpi di scena, capovolgimenti, rivelazioni, ritrattazioni, giunge ad una soluzione plausibile del caso; però nessuno mai è riuscito a dare giustizia a questa ragazza, una delle prime vittime del nazismo, stritolata da un ambiente senza scrupoli e senza morale.

Luciana Galizia Notizie in un click