FACEMMO A GARA PER SCAMBIARCI QUALCOSA

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POVERE COSE COME POVERO ERA IL NOSTRO NATALE E COME POVERI ERAVAMO TUTTI NOI E LORO IN QUESTA GUERRA DA RICCHI” LA STORIA DIMENTICATA DELLA TREGUA DI NATALE ITALIANA

Abbiamo già parlato della celebre tregua di Natale, ovvero quando, durante la Prima guerra mondiale, soldati francesi e tedeschi si incontrarono, il giorno di Natale del 1914, per fraternizzare, scambiarsi doni, giocare a calcio. Ovvero quello che tutti gli uomini dovrebbero fare, invece che spararsi addosso.
Ma episodi simili furono meno rari di quanto si pensi. Perché tutti gli uomini capiscono come la guerra sia un’assurda messa in scena che porta vantaggi solo a chi la fa cominciare, ma mai a chi la combatte, a chi muore, a chi perde un occhio, una gamba, una mano. Il fronte italo-austriaco ebbe anche le sue storie di fraternizzazioni nel giorno di Natale. Ne riportiamo una bellissima riportata in un libro che racconta le storie dei soldati partiti da un paese delle Marche:

“Qualcuno cominciò un canto sommesso dapprima, ma che dopo un po’ riempì tutta la valle. Finito il canto, dalla trincea nemica fu lanciato un pacco di sigari. Rispondemmo con un lancio di cioccolata. Qualcuno mise fuori la testa dal parapetto e i cecchini non spararono. Spuntarono i visi di alcuni ungheresi: dissero timidamente delle parole in italiano senza senso. Delle mani si tesero. Gli ufficiali lasciarono fare, stupiti e sconvolti essi stessi di questo clima dolce e irreale per una trincea avanzata, nel secondo anno di guerra. Facemmo a gara per scambiarci qualcosa: un po’ di vino, della frutta secca, gallette. Povere cose come povero era il nostro Natale e come poveri eravamo tutti noi e loro in questa guerra da ricchi. La tregua durò fino a sera, ma l’indomani i comandi ci sostituirono, assegnando il nostro reparto ad un altro settore e poi sapemmo che anche il comando austriaco aveva fatto altrettanto”.

Da Cannibali e Re

Potere Al Popolo Livorno