Feltri: «I comunisti si sentono superiori, portatori della verità e considerano gli altri come schifezze»

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A proposito di piazze “buone” e piazze “cattive”. Un articolo di Vittorio Feltri su Libero fotografa alla perfezione quanto avvenuto e quanto sta avvenendo contro la manifestazione del centrodestra il 2 giugno. Il direttore editoriale di Libero scrive avvertendo di non avere mai amato le piazze. E ha raccontato diversi episodi personali a tal riguardo che lo hanno portato alla sua visione delle cose: con i comunisti non c’è possibilità di dialogo perché hanno loro le chiavi della verità. Per cui spiega: «Non ho odiato mai i comunisti, ma ho detestato il comunismo per la sua supponenza ideologica». Che ha delle conseguenze indigeste per lo spirito democratico. «Gli eredi di Stalin e di Togliatti sono esseri superiori e sono autorizzati a organizzare manifestazioni pubbliche: ovviamente legittime e meritevoli di applausi. Mentre chiunque altro si raduni in piazza è da vituperare ».

La sinistra persevera nel «considerare indegni coloro che progressisti non sono». Il risultato è quanto abbiamo visto e letto a proposito della manifestazione del 2 giugno di Meloni e Salvini: gli assembramenti sono replorevoli solo quando è il centrodestra a manifestare. «In vari luoghi del Paese – scrive Feltri – si sono registrati raduni in varie piazze. Ebbene quelle tinte di rosso sono state valutate opportune, addirittura da applaudire; mentre quelle della destra sono state liquidate quali schifezze censurabili. Perché? Perché sì. Non c’è discussione». Il punto è proprio qui.