Feltri: “O Giuseppe cambia o arrivano i forconi a palazzo”

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Ormai la quaglia è volata via e Giuseppe Conte non la potrà prendere più. Egli ha perso la testa come succede a tutti quelli che non ce l’hanno. L’Italia si arrovella nel tentativo vano di capire per quale arcano motivo di giorno, magari in metropolitana, non ci si contagia mentre dopo le ore 18 il virus si risveglia e comincia a mietere vittime.

Altro mistero. Dicono i soloni del governo che ci si impesta in famiglia. Grazie al cavolo. Se mio figlio di 18 anni si reca in giro a fare il pirla con gli amici e si becca il Covid, poi torna a casa e ce lo rifila, ovvio che le mura domestiche diventano un allevamento intensivo del Corona. Ma allora bisogna precisare che è meglio andare a spasso piuttosto che ritirarsi con i propri cari nel tinello in cui il morbo va a nozze.

Il premier ha smarrito la sinderesi e gli converrà recuperarla in fretta se desidera rimanere a Palazzo Chigi a combinare una casino dopo l’ altro. Il più folle dei quali colpisce a morte esercenti e commercianti, che hanno speso l’anima di chi ti è morto per sanificare i loro locali onde poterli far funzionare e ora gli tocca abbassare le serrande quando le galline si ritirano nel pollaio. Ignoro chi siano i consiglieri del premier foggiano, tuttavia ho l’impressione che egli li abbia reclutati in una clinica psichiatrica, reparto inguaribili.

L’unica cosa che si raccomanda al presidente del Consiglio è di correggere, o meglio cancellare, il suo ultimo decreto che condanna il Paese a fare una vita grama.

Le tensioni sociali infatti iniziano a dilagare e c’è il pericolo che sfocino in qualcosa di peggiore: il popolo incazzato fa la rivoluzione senza guardare in faccia nessuno.

Va via di forconi e di legnate secondo antiche e consolidate abitudini. Conte per lungo tempo ha goduto di molti consensi tra i cittadini e si è convinto dell’ opportunità di legiferare tenendo d’ occhio i sondaggi, che valgono quanto le farfalle, le quali vivono un giorno solo e al tramonto ne hanno già le palle piene. Oggi è il momento di tirare i remi in barca altrimenti quei remi si spezzeranno sulla testa dell’ ex avvocato del popolo.

Non si scherza né col fuoco né con la gente imbufalita.                                                                             (Vittorio Feltri – Libero quotidiano)