FI: O. NAPOLI, OK DEMOCRAZIA INTERNA MA SERVE RIDISEGNARE ROTTA

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​ Mara Carfagna e Giovanni Toti hanno il compito, complicato ma anche stimolante, di portare Forza Italia verso il lido di una compiuta democrazia interna e rendere dunque pienamente contendibili tutte le cariche, sul piano locale come su quello nazionale. Questo è solo il primo passo ma da come sarà compiuto si potrà intravvedere anche il possibile punto di approdo. Perché la democrazia interna è un passaggio fondamentale ma essa è utile se aiuterà Forza Italia a ridisegnare la rotta in un quadro politico profondamente e radicalmente cambiato.
​ ​ ​ Che cosa significa oggi essere un partito liberale, riformista, europeista? Significa cose molto diverse rispetto al 1994. Come si costruisce un’alleanza di centrodestra, cioè in un campo dominato da forze sovraniste e in qualche caso apertamente euroscettiche, senza tradire la nostra storia e la nostra vocazione? E come portare a sintesi unitaria senza creare divisioni, le diverse sensibilità che si sono manifestate in questi anni e superare scetticismi e resistenze interne? Sono domande esistenziali per una forza che vuole tornare ad essere il cardine di uno schieramento di governo. Nel ’94 Forza Italia lavorava in Italia per trovare la sua collocazione in Europa, oggi deve forse lavorare in Europa per ritrovare la sua collocazione sulla scena italiana. Toti e Carfagna sono chiamati, con la loro intelligenza politica e con la ricchezza delle loro diverse sensibilità, a trovare risposte che siano insieme credibili e “radicali” a queste domande, perché servono al partito ma servono soprattutto a un Paese smarrito e confuso da una politica ridotta a parole d’ordine e a slogan. Sono sicuro che sapranno parlare alla testa degli italiani per portarli a guardare il futuro senza più le paure e gli istinti della pancia.