Filt Cgil Genova/Liguria e Cgil Genova/Liguria su polemiche armi Porto di Genova

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Genova –  Filt e Cgil Genova e Liguria in queste settimane hanno sostenuto la richiesta di dare un segnale da parte del mondo del lavoro rispetto a una delle vicende più drammatiche del nostro tempo: la guerra in Yemen. Hanno così deciso di proclamare l’astensione dal lavoro nei porti genovesi e liguri perchè non si procedesse con l’imbarco di materiale bellico impiegato in operazioni definite dalle Nazioni Unite “crimini di guerra”, che hanno provocato oltre 10 mila morti e che hanno ridotto più di 22 milioni di persone a dover dipendere per la propria sopravvivenza dagli aiuti umanitari.

Oggi, a seguito della presa di posizione sindacale, di due ordini del giorno votati all’unanimità da parte del Consiglio regionale ligure e del Consiglio comunale di Genova che chiedevano un intervento delle istituzioni a livello nazionale relativo alla guerra in Yemen, richiamando la legge 185 del 1990, la posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio dell’Unione Europea, la risoluzione del 3/10/2018 del Parlamento Europeo, e delle pressioni dell’associazionismo, finalmente l’Agenzia Marittima ha comunicato che non si procederà all’imbarco degli otto generatori in attesa nel terminal genovese classificati ad uso militare.

La Cgil è quindi in campo a tutti i suoi livelli, nazionale e territoriale, confederale e di categoria, perché il Governo dia seguito agli impegni già assunti dagli altri Stati europei per vietare i traffici di armi verso la guerra in Yemen.

Chi intende strumentalizzare questa posizione, millantando che così il sindacato non tutelerebbe i lavoratori del Porto e quelli delle molte fabbriche dell’industria della difesa presenti nella nostra regione, non fa un buon servizio né al Paese, né alla Regione Liguria e nemmeno a sé stesso.

La Cgil è in campo, senza remore, per rivendicare un lavoro sicuro e dignitoso, in ogni ambito, e non è motivo di imbarazzo la presenza sul nostro territorio di un’industria della difesa ad alta innovazione tecnologica, che non può essere confusa con i mercanti di morte in operazioni belliche definite crimini di guerra dalle Nazioni Unite.

Anche per questo, ieri, il direttivo regionale della Cgil Liguria ha votato all’unanimità un ordine del giorno a sostegno delle iniziative dei portuali, contro l’imbarco di materiale bellico destinato allo Yemen, e da questo territorio continuerà a lavorare perché il Governo espliciti una chiara assunzione di responsabilità che vieti l’invio di armi in paesi dove gli organismi internazionali hanno denunciato crimini di guerra.