FINALMENTE CI SI RENDE CONTO DELL’OPPRESSIONE FISCALE

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“FINALMENTE CI SI RENDE CONTO DELL’OPPRESSIONE FISCALE CHE STRINGE E STRANGOLA GLI EX CETI MEDI. MA IL NOSTRO PANIERE FAMIGLIA SALVERA’ 7 MILIONI DI FAMIGLIE”

Ivano Tonoli, Presidente di Confedes: siamo pronti a collaborare a ogni iniziativa del Premier incaricato Prof. Draghi che permetta di intervenire per alleviare in misura reale e sostanziale le categorie di reddito personale e familiare, aziendale, produttivo e lavorativo fino a 50.000 euro annuali, in quanto solo in questo modo diventa possibile realizzare un sistema autenticamente equo e progressivo, capace di risalire dal basso e di tendere in chiave meritocratica verso l’alto

Per questo serve e urge il Fattore – Paniere Famiglia, ma il riassetto delle aliquote nominali e reali, frutto di un virtuoso mix consistente in un semplificato meccanismo di deduzioni e detrazioni, rischia di essere inutile se allo stesso non si accompagna un provvedimento totale di Pace fiscale e di seconda possibilita’

Siamo lieti, come Confederazione datoriale e sindacale Confedes, che ci si stia finalmente rendendo conto del clima oramai insostenibile che avvolge e stringe recisamente i ceti medi, o ex tali, italiani. Opprimendo i quali, in un perfido mix maligno e malefico tra aliquote esose, detrazioni negate, emergenza sanitaria e divieti normativi fini a se stessi, viene di fatto impedito all’Italia tutta di avere un futuro, anzi viene negato lo stesso presente.

Gli attuali scaglioni di reddito ai fini Irpef, a seguito delle modifiche apportate dopo la fine della cosiddetta Prima Repubblica, sono stati strutturati in maniera da colpire al 70 per cento i redditi lordi familiari compresi tra i 26.000 e i 50.000 euro. In pratica, lo Stato italiano, attraverso i governi che lo hanno rappresentato e che si sono susseguiti, hanno preso atto di non poter garantire alcun fisco equo o progressivo, quindi ha preferito varare normative di stampo regressivo e concentrate su una fascia di guadagno, sia dipendente che di lavoro autonomo, in grado di massimizzare i flussi di cassa per spese dedicate agli interessi passivi sul debito pubblico o a servizi dedicati sempre a qualcun altro ma mai a coloro che contribuivano all’Erario.

Siamo lieti e grati al Premier incaricato, Professor Mario Draghi, e all’Economista Carlo Cottarelli, Presidente dell’Osservatorio sui conti pubblici presso l’ateneo milanese della Cattolica, di avere ristabilito il quadro veritiero dell’autentico disastro italiano, rispetto al quale le soluzioni demagogiche prospettate sia dai populisti di sinistra del Pd, con la cosiddetta progressione rafforzata, sia da quelli di destra della Lega, con la famigerata “flat tax”, sono destinate ad aggravare solamente in maniera irreparabile le disuguaglianze in atto, addossando ai ceti medi i costi di servizi a cui gli stessi non avranno mai titolo ad accedere.

Il Paniere Famiglia, coerente con l’impostazione valoriale della Dottrina sociale della Chiesa e con il messaggio propositivo della Conferenza episcopale italiana, rappresenta a oggi la sola soluzione strutturale capace di trarre in salvo il potere economico, di acquisto e di investimento di 7 milioni di contribuenti personali e familiari, in pratica il pilastro intermedio dell’economia reale italiana dal cui dinamismo dipende l’effettiva ripartenza dell’intero Paese, con conseguenze inclusive e di “ascensore sociale” calamitante per i redditi bassi e con effetti in grado, secondo criteri produttivi e di merito, di risalire verso gli scaglioni di ricchezza superiore.

Un risultato, questo, che naturalmente presuppone un intervento risolutivo non soltanto sulle aliquote marginali intermedie, ma anche sul carico tributario pregresso, in quanto l’alleggerimento di una aliquota per il presente e il futuro rischia di essere vanificato dalla permanenza del pregresso impianto sanzionatorio che tuttora blocca le chances di ripresa e di riscatto di un Italiano su due, anzi di 2 Italiani ogni 3, e che vorrebbe cristallizzare un contenzioso di mille miliardi inesigibile all’80 per cento ma che ogni governo utilizza come clava per massimizzare il principio di cassa, ignorando che portare un’azienda al fallimento significa rovinare almeno una famiglia, ovvero che impoverire il patrimonio di una famiglia vuol dire precludere a una piccola impresa la chance di salvarsi e di ripartire.