Durante l’emergenza la stessa OMS aveva messo in guardia circa il forte impatto psicologico del lockdown e dell’isolamento sulla vita delle persone.
Gli operatori dell’associazione benefica francese SOS Amitié durante il lockdwon hanno ricevuto il 40% di telefonate in più da persone che pensavano di suicidarsi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Circa un terzo delle persone che si sono rivolte a SOS Amitié hanno riferito che alla base del loro malessere personale c’è proprio la quarantena e l’isolamento forzato dovuto alla pandemia di Covid-19.
Ad annunciarlo, come riferisce il portale transalpino RTL, è la stessa associazione.
La crisi sanitaria, spiegano da SOS Amitié, “ha inasprito le difficoltà legate alla solitudine” e “provoca delle angosce profonde, difficoltà e sofferenza eccezionali”
Nel complesso, durante il periodo compreso tra il 15 marzo e il 10 maggio circa 1.800 operatori hanno risposto ad oltre 102.000 chiamate, pari a oltre il 32% in più rispetto allo stesso anno.
Ad impressionare ulteriormente è però un altro dato, ovvero che gli operatori sono riusciti a rispondere solo ad un terzo delle persone che effettivamente hanno digitato il numero di SOS Amitié, con i due terzi che invece non hanno mai ricevuto risposta.