Frutta e verdura, prezzi 40 volte superiori all’ inflazione

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Frutta e verdura hanno subito un rialzo ad un tasso superiore di 40 volte quello dell’ inflazione e con l’ arrivo della stagione di raccolta manca la mano d’ opera
L’ emergenza Covid-19 ha inciso in maniera diretta e indiretta sui mercati. Tra speculazioni, fake news e smentite, il consumatore si trova spesso disorientato ma con un’ unica certezza: i prezzi di molti beni sono aumentati. Non fanno eccezione in questo neppure frutta e verdura che, secondo Coldiretti avrebbero subito un rialzo ad un tasso superiore di 40 volte quello dell’ inflazione. Frutta e verdura sul mercato Sulla base dei dati Istat relativi all’ inflazione a marzo, si evidenziano al dettaglio nel carrello della spesa sulla frutta del 3,7% , con punte del 4% per le mele e del 4,1% per le patate, a fronte del dato medio sull’ inflazione in discesa allo 0,1%. Quasi quattro aziende ortofrutticole su dieci (38%) sono in difficoltà anche per il cambiamento delle modalità di acquisto con gli aumenti mensili di spesa che vanno dal +14% per la frutta al +24% per gli ortaggi nei supermercati che non hanno compensato le perdite all’ estero e nella ristorazione. Il problema dell’ aumento dei prezzi è stato denunciato anche dal Codacons che ha condotto uno studio specifico riscontrando un incremento del 50% del prezzo delle carote, dell’ 80% del prezzo di broccoli e zucchine e di oltre il 40% delle arance. La situazione non cambia neppure se si fa la spesa al supermercato. Anche qui i clienti lamentano l’ incremento dei prezzi. Manca la mano d’ opera La situazione è drammatica per molti agricoltori con i raccolti, già impoveriti dall’ alternarsi di gelo e siccità per un andamento climatico del tutto anomalo al quale si aggiungono gli effetti della mancanza di almeno 200mila lavoratori stagionali che mette a rischio le forniture alimentari degli italiani. Con l’ avanzare della stagione, a rischio c’ è più di ¼ del Made in Italy a tavola che viene raccolto nelle campagne da mani straniere che arrivano ogni anno dall’ estero, fornendo il 27% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo l’ analisi della Coldiretti.